mercoledì 31 ottobre 2007

Quando i detenuti si affezionano alla propria cella

Un ex detenuto di Melbourne, in Australia, si era affezionato talmente alla sua cella che ora se la compra, non per viverci ma per ospitarvi la sua collezione di vini pregiati. Graeme Alford, che negli anni '70 ha scontato diversi anni per malversazione e poi per rapina a mano armata nell'ex carcere di Pentridge, ora convertito in complesso residenziale e commerciale, ha firmato oggi il contratto di acquisto della cella 43, nella stessa sezione D in cui fu rinchiuso Ronald Ryan, l'ultimo detenuto impiccato in Australia prima che vi fosse abolita la pena di morte. Alford si era già affermato come avvocato penalista, ma il vizio del gioco e l'amore per l'alcool furono la sua rovina. Indebitato con gli allibratori, rubò denaro dai fondi fiduciari dei suoi clienti e fu incarcerato per 16 anni. Poco dopo il suo rilascio tentò di rapinare una banca a mano armata, e fu condannato ad altri sette anni. Una volta scontata la pena nel 1980, decise finalmente di cambiare vita, giurando di non bere più. Da allora ha scritto libri sulla sua esperienza e ha iniziato una nuova carriera come psicologo.

I parenti? Trovali in rete

Famiglie che si cercano on line, zii che dialogano con nipoti lontani, cugine che si scrivono e-mail per la prima volta. Da qualche mese in Italia i parenti possono ri-trovarsi e conoscersi sul web, grazie alla creazione di veri e propri alberi genealogici virtuali; spuntano su internet, infatti, sempre più siti tramite i quali ognuno può creare la propria rete familiare a colpi di clic e senza versare un soldo. La moda nasce all’estero e da qualche mese è approdata nel Belpaese grazie a parentistretti.it “dove – spiega la country manager Sara Muraglia – le famiglie possono inserire un albero genealogico, estenderlo, elaborarlo insieme e utilizzare la piattaforma per rimanere in contatto”. Così si potrà dialogare con parenti lontani di cui non si immaginava l’esistenza o di cui si sono perse le tracce. Parentistretti.it è la costola italiana del tedesco www.verwandt.de. Quest’ultimo è nato a fine giungo e “nei primi tre mesi- racconta Muraglia - sono stati creati 4 milioni di profili”. Oltre alla versione italiana e tedesca, da quasi tre settimane sono a disposizione anche quella polacca e quella portoghese. E presto ci saranno le versioni spagnola e turca. L’obiettivo è dare la possibilità alle famiglie miste di mantenere un contatto concreto: ad esempio, coloro che hanno parenti in Polonia o in Germania potranno lavorare insieme allo stesso albero, usando due lingue diverse. Ma la società che ha lanciato e finanziato il progetto, la Business Angel della Neuhaus Partners di Amburgo, ha puntato da subito ai giovani che “a loro volta hanno invitato i nonni e i genitori a collaborare”. Ma chi c’è dietro parentistretti.it? A gestire il tutto è un team di 16 persone. Il progetto nasce da un’idea dei direttori Daniel Grotzinger e Sven Schmidt, inventori di dialo.de e getgo.de, siti tedeschi dove è possibile incontrare gente e sapere cosa si fa in città.
Il principio di parentistretti.it è molto semplice: grazie ad un servizio dal carattere intuitivo si può creare un albero genealogico della propria famiglia. I parenti inseriti possono automaticamente essere invitati per e-mail e vedere l'albero o partecipare alla sua creazione ed espansione. In questo modo viene a crearsi una rete familiare "virale". “In Italia – dice la country manager Muraglia – la famiglia è il perno della società. E il fatto che il mercato sia grande è uno dei motivi principali che rende questa offerta interessante”. Parentistretti.it è completamente gratuito e lo sarà anche per il futuro. I dati dei clienti sono trattati in modo confidenziale perché ogni albero genealogico e i profili corrispondenti sono privati, cioè sono consultabili e visibili soltanto dagli iscritti e dai parenti invitati a collaborare.
Simile a parentistretti.it è Kindo, sito nato a marzo grazie a un gruppo di trentenni italiani, polacchi, sudafricani e tedeschi che vivono a Londra. “Eravamo da poco tornati a Londra dopo aver passato le vacanze con le nostre famiglie – racconta Alberto Fantappiè, responsabile del mercato italiano - .Un giorno, davanti ad una tazza di caffè abbiamo riflettuto su quanto sia difficile mantenersi in contatto con il resto della famiglia quando si è così lontani. Una telefonata una volta a settimana va bene, ma non è sufficiente”. Piattaforme come Skype, Facebook e LinkedIn sono ottimi per sentirsi durante la giornata. Ma resta un problema: come convincere anche i meno giovani ad usare tutti i mezzi disponibili per mantenersi in contatto. Secondo Fantappiè, “il nostro sito assolve questo compito perché può diventare una scusa per insegnare ad usare Internet”. E’ con questo ambizioso obiettivo che nasce Kindo: una web company “focalizzata completamente sulla famiglia e su ciò che le famiglie vogliono”. Ma sugli investitori e sulla quantità dei soldi versati per finanziare Kindo, in questa fase di start-up, Alberto vuole mantenere uno stretto riserbo “per via di accordi presi e per non scoprire tutte le nostre carte, dato che siamo all’inizio”. Per ora il servizio offerto, superata la fase beta, resterà gratuito, ma, una volta raggiunta la massa critica di utenti, verranno offerti servizi diversi e a pagamento. Le differenze tra questi siti ed altri simili, come myheritage.com, ancestry.com e genoom.com, è che “loro sono partiti con una sola lingua, noi invece abbiamo cominciato subito in 7 diverse lingue, perché dare un servizio di questo tipo solo in inglese non ha senso”.
Viene facile l’analogia con Facebook, altra rete sociale che tiene in contatto le persone. “Sì, c’è molta somiglianza – dice Alberto – ma noi siamo una rete sociale di livello più elevato e focalizzata sulla famiglia”. In realtà, i manager di Kindo puntano ben al di là dei gruppi familiari per diventare una piattaforma che verrà utilizzata per organizzare appuntamenti ed eventi nell’ambito lavorativo.
E, a quel punto, il business cambierà pelle.

giovedì 25 ottobre 2007

Storia dell'uomo di Grillo. Assolutamente non parlante

Casaleggio Associati, vale a dire strategie di comunicazione in rete, vale a dire un fatturato nel 2006 pari a 2,8 milioni di euro, in aumento del 94,6% rispetto al 2005. Nello stesso periodo la società ha visto più che raddoppiare (+125,8%) il suo utile netto, pari a 600mila euro. E l’incremento dei ricavi è dovuto sostanzialmente all’aumento delle prestazioni professionali legate alle strategie di rete per il marketing e alla vendita e alla distribuzione on line degli spettacoli, tanto per fare un nome, di Beppe Grillo in formato libro e dvd. Il capo di tutto questo è chiamato “l’uomo della conversione”. Il suo nome è Gianroberto Casaleggio. Ha convertito il protagonista assoluto del “vaffa-day”, che qualche anno fa sul palco di un suo spettacolo aveva distrutto un computer, alle nuove tecnologie. Ha sparso nel mondo il verbo del “V-day” convincendo migliaia e migliaia di persone a partecipare in una bella domenica di settembre, che tutto invitava a fare tranne che scendere in piazza a manifestare contro i politici. Ma soprattutto Gianroberto Casaleggio presiede la Casaleggio Associati. Fondata il 22 gennaio 2004 a Milano con l’obiettivo “di sviluppare in Italia una cultura della Rete attraverso studi originali, consulenza strategica, libri, seminari e con la creazione di gruppi di pensiero”, la Casaleggio aiuta le aziende a sviluppare e incrementare il proprio business online.
Gianroberto, però, inizia la sua carriera alla Olivetti sposando la filosofia manageriale del fondatore della fabbrica di Ivrea, Adriano: «L'azienda basata sul valore dell'uomo». E infatti alla Webegg, società di cui è stato amministratore delegato dopo l’esperienza in Olivetti, la protezione dei dipendenti era totale: dai corsi di formazione all'assistenza legale, psicologica, alimentare, ai prestiti di denaro. Autore di libri come «Il web è morto, viva il web», assieme al fratello Davide e a Mario Bucchich (anche loro soci della Casaleggio associati, insieme a Davide Federico, Luca Eleuteri ed Enrico Sassoon), Gianroberto Casaleggio è diventato, infine, il consigliere numero uno di Beppe Grillo nelle strategie di comunicazione. C’è, però, un altro nome noto tra i suoi clienti: Antonio Di Pietro. Ma se il Ministro delle Infrastrutture e il comico genovese non si negano ai microfoni, lui, Gianroberto, di interviste ne concede poche. E, da un po’ di tempo, ha deciso, insieme ai soci, di non concederne affatto. Le loro riflessioni sui media tradizionali sono infatti sfociate in una silenzio stampa totale. Sia il responsabile delle relazioni con i media della Casaleggio Associati Mario Bucchich sia l’associato Enrico Sassoon, nonostante i suoi 26 anni di servizio al Sole24ore, declinano cortesemente, ringraziando per l’opportunità che gli è stata offerta, qualsiasi domanda venga loro posta dai giornalisti.
“Se vuoi entrare in questo mondo, devi giocare con le sue regole. Non ci sono filtri”, commenta Marco Zamperini, uno dei guru del Web 2.0, a capo della divisione tecnologia della Etnoteam, azienda con 3.000 dipendenti che si occupa di consulenza strategica per le aziende. “Chiudersi ai media potrebbe rivelarsi un boomerang e trasformare strategie vincenti in tattiche di medio periodo”.
Come mai la Casaleggio ha puntato molto sul blog di Beppe Grillo? La risposta è in un commento di Gianroberto al volume “The social logic of politics” del politologo Alan Zuckerman, in cui il manager italiano sostiene che le persone sono influenzate nelle scelte politiche in modo significativo dalle comunità di riferimento, dagli amici e dalla famiglia. E grandi comunità di riferimento oggi possono essere proprio i blog e tutto ciò che si muove intorno a queste piattaforme. Ma se Grillo, allora, fosse amico di tutti, e se il suo blog, come è già successo, diventasse il punto di riferimento di migliaia di persone, allora è plausibile pensare che “l’uomo dell’antipolitica” diventerà l’uomo della politica nel web 2.0?

martedì 23 ottobre 2007

Uomini che...il loro tetto sono le stelle

Remo ha una storia che definisce “un romanzo”. “Non basterebbe una notte intera per raccontarla”, ci dice mentre finisce il suo piatto: salsicce al sugo. Gliele hanno portate gli amici della Comunità di Sant’Egidio e lui, che si è avvicinato quasi furtivamente al banchetto allestito su una tavola di marmo, vuole fare il bis. Remo odia le fotografie, ma appena la macchina digitale scompare dalla circolazione, parla come un fiume in piena. Parla dei suoi genitori che ha abbandonato da giovanissimo, dopo anni di litigi. Parla del fratello che lo ospita a ora di cena; gli fa da mangiare ma “ha troppi problemi per potermi tenere con lui in casa”. Parla degli extracomunitari che “hanno rubato il lavoro a tutti”, anche a lui che da sempre è abituato a vivere alla giornata, imbianchino di mestiere. Parla di destino, quello che “lo ha costretto a vivere in questo modo perché un affitto costa troppo e nessuno mi aiuta”. Remo ha lo sguardo duro, di chi dalla vita ha avuto poco, pur non desiderano nulla d’irraggiungibile. Vorrebbe un’esistenza normale, ma allarga le braccia e non riesce a capire cosa nell’ingranaggio della sua vita si sia inceppato. Non lo sa neanche il suo amico di tenda, un piccolo uomo di 50 anni che, emigrato a vent’anni dalla Basilicata, precisa che lui un lavoretto ce l’ha: aiuta un amico che gestisce una tabaccheria. Il problema è sempre lo stesso: non ci sono soldi per pagare un affitto e anche i familiari, che abitano nella zona, “non possono permettersi di aiutarci”. Nel circolo vizioso della povertà sembrano cadere tante persone, con biografie diverse e contrastanti: uomini che nelle notti autunnali si incontrano davanti ad un piatto caldo e che in quelle estive passano le ore a fumare in una piazza, quasi nascosta, alle spalle della stazione Cadorna. Ad esempio c’è Antonio (nome di fantasia) che non rinuncia alla sua cravatta e al suo completo e poi c’è Angelo, una vita da pr (“ho fatto vincere le elezioni ad un presidente del Sud America”), amici sparsi nella città che lo ospitano a turno, Marlboro rosse in tasca e un cellulare che squilla in continuazione. Perché Angelo non è come gli altri: lui ha una sua rete di conoscenze che gli garantiscono una vita tutto sommato agevole rispetto a quella dei senza tetto che si incontrano in questo angolo di Milano. Non si può definire come il tipico clochard; lui, Angelo, parla di tecniche di marketing e di relazioni professionali, come un professore da una cattedra o un consulente navigato. “Io lavoro”, dice con lo sguardo orgoglioso. Angelo ci presenta “gli amici della notte”, uno ad uno. Tra questi c’è anche “il finnico”, Kari, occhi azzurri, sguardo nordico e una croce di metallo sulla maglia di lana. Kari è da venti anni in Italia e parla benissimo la nostra lingua. “Come mai sei a Milano?”, gli chiediamo. “E’ stato il destino”, risponde serafico, sorridendo agli amici della notte. Quelli che alle dieci e mezzo di sera montano le tende. E che alle cinque, quando la città meneghina ancora dorme, le devono far sparire, altrimenti i ghisa si lamentano. Si lamenta talvolta anche la gente che li vede, passando da Cadorna. Qualcuno, invece, non capisce: crede sia un happening notturno, un incontro tra persone che fanno parte di uno stesso gruppo, della stessa associazione. Macché.
Fa freddo, si avvicina l’inverno. Un amico di Angelo ci saluta e scompare nel suo rifugio. Anche Angelo va via: alcuni amici lo aspettano. Gli altri salutano, qualcuno già dorme. Anche noi andiamo via.
Noi andiamo a casa.

Ps: gli amici di Cadorna non mi hanno dato il permesso di pubblicare le foto che li ritraggono e che ho scattato durante la serata passata in loro compagnia. Per rispetto, e poiché io per prima credo che un blog non debba essere meno serio di un giornale o di un altro mezzo d'informazione, ho deciso di non postare alcuna immagine con i loro volti.

lunedì 22 ottobre 2007

Quando l'imprenditore fa la vita dell'operaio

Lui ci ha provato. Una mattina Enzo, proprietario di un pastificio a Fermo, ha preso una decisione importante: provare a vivere con lo stipendio che ogni mese dava ai suoi dipendenti. Enzo voleva capire che cosa significasse essere operaio oggi, guadagnare mille o poco più euro al mese, con tanto di figli e mutuo a carico. Non ce l'ha fatta, l'imprenditore marchigiano, ad arrivare oltre il venti del mese. "Non mi vergogno di dire - ha ammesso - che tra mutui, macchina, una pizza per le bambine ed un vestito per noi, non abbiamo superato il ventesimo giorno". E siccome la sua azienda è in crescita e può contare su una manodopera molto qualificata, Enzo Rossi ha aumentato agli operai la paga di ben duecento euro al mese. "E' giusto dare loro più soldi - ha detto l'imprenditore - perchè lavorano bene e meglio degli altri. E poi non sono assolutamente inferiori ai loro colleghi tedeschi, francesi, inglesi che percepiscono stipendi superiori a quelli degli italiani".
Imprenditori onesti.

sabato 20 ottobre 2007

Storie di donne stressate

Li amavano, tanto. E tanto tempo passavano in casa con loro. Li hanno lavati, imboccati, abbracciati. Infine, li hanno uccisi. Giusy e Annamaria, vere Medea del nuovo millennio, hanno vissuto, con drammatiche conseguenze, quel momento di follia che trasforma una persona comune nel più efferato criminale, cioè in colui che uccide la carne della propria carne, il sangue del proprio sangue, con convinzione ma senza pensarci due volte. Quella lucida follia, che qualcuno chiama giustamente depressione, emerge dalle affermazioni di Giusi Griffo, trent'anni, di Vinovo (Torino)che, dopo aver ucciso sua figlia, lo scorso 16 ottobre, ha raccontato: "L'ho guardata, lei non smetteva di saltare. Ho sentito dei fantasmi nella mia testa. Poi un sentimento di liberazione. Sì, mi sono sentita libera". L'ha gettata dal balcone, la sua piccola Melania, 5 anni. Ore e ore di interrogatorio poi l'ammissione, le lacrime davanti ai carabinieri. Annamaria Franzoni, invece, nonostante una condanna a 16 anni per l'omicidio del suo piccolo Samuele, ancora oggi, dopo la lettura delle motivazioni che spinsero i Giudici torinesi, lo scorso 27 aprile, a dichiararla colpevole, dice : "No, non posso accettare. Continuano ad attribuirmi la morte di Samuele dicendo che ero stressata dalla mia famiglia. Non è vero, non sono mai stata stressata, tanto meno dai figli". Chi ammette, chi si difende. Nonostante il diluvio mediatico che si è abbattuto sul delitto di Cogne e la conseguente decisione della Franzoni di creare un ufficio stampa per gestire la sua "immagine" e l'altra decisione, tristemente glam, di affidare il tutto nelle mani dell'avvocato Taormina, nonostante tutte queste scelte, le lacrime da Costanzo e un paese diventato meta turistica a causa della villetta insanguinata, è difficile giudicare ancora più colpevole Annamaria. Perché in fondo la mano assassina è quella di una donna, come nel caso di Giusy, sola, schifosamente sola, incapace di aiutare e di aiutarsi, di amare e di essere amata. C'è quel nodo, nella testa e nel cuore, che nessuno comprende, perché oggi il "fallimento" personale non deve essere raccontato, non deve diventare pubblico. Deve restare nascosto e deve essere risolto soltanto nelle pieghe della solitudine familiare. E se la famiglia non vede, ci penserà la lucidità e il lampo della pazzia a far venire fuori quello che nessuno può immaginare. I riflettori delle telecamere faranno il resto. E così, come sempre, tutto quello che conta davvero, sarà dimenticato.

giovedì 18 ottobre 2007

Dal paese alla città


Su Flickr ho caricato stamattina la foto di questa montagna: è il paesaggio che ho davanti agli occhi quando sono in Molise. Dalla mia casa milanese quello che vedo, invece, è una rotonda trafficata, un bar scalcinato, i motorini che rompono le scatole e solo più in là il Naviglio...

martedì 16 ottobre 2007

notte senza dimora

Il mio articolo oggi su "Avvenire"

Da Nord a Sud una notte in strada con gli ultimi
DA MILANO MICHELA MARRA
Centinaia di tende e sacchi a pelo invade­ranno domani notte le piazze italiane. La gior­nata Onu contro la lotta al­la povertà, giunta al suo ventesimo anniversario, anche per l’edizione del 2007 sarà accompagnata dall’evento della 'Notte senza dimora' organizzato da 'Terre di mezzo' che ha sede a Milano e dalle reti lo­cali di associazioni di vo­lontariato. «Dormire sull’a­sfalto, disturbati dalle luci, dai rumori, e dalle scomo­dità - si legge sul sito web l’associazione capofila - in primo luogo insegna molto a chi decide di partecipare e, inoltre, aumenta la com­prensione nei confronti di chi tutti i giorni è costretto a vivere senza un tetto sul­la testa». Molteplici le ini­ziative lungo lo Stivale. A Rovigo l’associazione 'Asi­lo notturno Arcobaleno' ha organizzato un giro in bici­cletta nei luoghi dove vivo­no le persone senza dimo­ra e una visita nei servizi di sollievo che la città offre a questi ultimi. A Firenze sarà allestito un presidio in piaz­za della Signoria, «per sen­sibilizzare l’amministrazio­ne comunale sul tema», rac­conta Marino Presenti, rap­presentante dell’asso­ciazione 'Ronda del Valdarno ­Linea 12'. La Notte a Foggia si a­prirà con u­na tavola rotonda, or­ganizzata dall’associazione 'Fratelli della Stazione' dal titolo 'I mille volti dei sen­za dimora'. Anche a Pisa la giornata inizierà con un convegno durante il quale Raffaele Gnocchi della Ca­ritas Ambrosiana presen­terà una relazione su come cambia il popolo dei senza dimora, mentre don Vinicio Al­banesi, vi­cepresiden­te del Coor­dinamento nazionale Comunità di acco­glienza (Cnca), discuterà di welfare e sfida alla marginalità. La Cnca sarà protagonista an­che a Trento con don Ar­mando Zappolini che rac­conterà storie di disagio la­vorativo e di povertà. A Ro­ma la manifestazione si svolgerà in piazzale dei Par­tigiani (stazione Ostiense) dove sarà allestita una vera e propria 'cittadella' del volontariato: le associazio­ni saranno a disposizione di tutte le persone che vor­ranno conoscere la realtà dei senza tetto. Nella piaz­za sarà allestita la mostra fo­tografica 'Esodi' dall’omo­nimo progetto «con il qua­le - spiega Giada Valdanni­ni di Insieme nelle Terre di Mezzo onlus - vogliamo far sapere che c’è un posto vi­cino alla Stazione Termini, dove da vent’anni esiste u­no sportello aperto per la promozione dei diritti del­le fasce deboli della popo­lazione e una scuola di ita­liano per gli stranieri gesti­ta dall’associazione Casa dei diritti sociali». Tornando in Lombardia, a Milano, l’ottava edizione della not­te meneghina si terrà in piazza Santo Stefano men­tre a Como l’evento è stato posticipato al 20 ottobre: quest’anno si discuterà del tema con un convengo mo­derato da padre Turati del­la Casa della Missione dei Padri Vincenziani. A Voghe­ra presidio in piazza del Duomo. Responsabile del­l’organizzazione è Franco Vanzati, che è appena tor­nato da un viaggio tra le co­munità rom in Romania, voluto dalla Casa della Ca­rità di don Colmegna.

Tante le iniziative per dimostrare vicinanza a chi vive senza un tetto Stand a Roma, incontri a Milano, Pisa e Foggia E a Rovigo tutti in bici

MilanIn e Viadeo: le business social network in Italia

È facile diventare un puntino di un network, un network composto da duemila persone che fanno affari, usano i bit per i loro interessi professionali, chattano, linkano, bloggano, postano e trovano clienti, fornitori, partner commerciali, amici e colleghi nel Web 2.0. Basta registrarsi e descrivere la propria vita e le esperienze professionali in breve. Questa è la vera rivoluzione di Internet: io valgo, cresco, trovo o fornisco lavoro in base a quanti contatti ho e a quanti contatti i contatti dei miei contatti hanno. Non è uno scioglilingua ma la sintesi di realtà che si chiamano social business network: comunità sociali per fare affari in rete. L’acceleratore delle relazioni virtuali sono gli hub, spazi comunitari che consentono ai membri di incontrare persone con i loro stessi interessi, professionali e non. I network più famosi e importanti, in Italia, sono Viadeo e MilanIn, costola milanese del più noto LinkedIn, nato nel 2000 da circa 20 imprenditori statunitensi e inizialmente ristretto alla sola comunità di uomini d’affari over the top. La loro attività li ha portati nel 2003 a costruire un strumento informatico (in gergo tool) per gestire i contatti d'affari: un’iniziativa utile che ha facilitato loro la vita. “Da lì il passo ad allargare il campo di applicazione e il target di riferimento è stato veloce - racconta il country manager Italia, Andrea Falzin, ingegnere milanese di 36 anni, pioniere del social networking nel nostro Paese -. A gennaio 2006 LinkedIn ha iniziato ad avere vita autonoma rispetto al nucleo storico di imprenditori: la nascita ufficiale di Viadeo risale al marzo 2006”. Così Falzin descrive la sua “creatura”: “Viadeo vuole essere uno strumento per mantenere il proprio database di contatti online. Le connessioni che stabilisce vanno a creare dinamiche importantissime nella vita professionale: ad esempio, permettono di trovare competenze specifiche in un luogo preciso, avere un feedback sull'affidabilità di qualcuno, ma anche, più semplicemente, di chiedere un consiglio a un amico”.
Dalla nascita fino a oggi, gli investimenti destinati a Video hanno raggiunto quota 15 milioni di euro, di cui cinque sono arrivati solo ad agosto. I finanziamenti sono destinati principalmente allo sviluppo del business social network in Asia. A giugno, infatti, Viadeo ha annunciato la partnership con Tianji, il più grande social network professionale cinese: le due reti hanno insieme quasi due milioni di iscritti nel mondo. Viadeo, da solo, ne conta più di un milione.
Altra social network in crescita è MilanIn, fondato nel 2005 come costola milanese di utenti LinkedIn da ben nove persone tra le quali il suo attuale presidente, Pier Carlo Pozzati, lo stesso Andrea Falzin e il web manager Andrey Golub, un ingegnere bielorusso che ha lasciato Minsk per volare in Italia e tuffarsi nella realtà del social networking. Da subito MilanIn si è affermato come punto di riferimento per il social networking locale e ha programmato una serie di iniziative volte a creare contatti di business. Nel maggio 2006 ha lanciato l’iniziativa “Presenta Te Stesso”: un ciclo di incontri settimanali centrati sulla presentazione dell'esperienza professionale di un socio verso gli altri del Club. A maggio 2007 sono iniziate le trattative con LinkedIn per aver il riconoscimento di club ufficiale e un supporto pubblicitario sul sito americano. Ma come riescono a sopravvivere da un punto di vista economico queste iniziative? La quota di iscrizione ai club è pari a zero, ma per finanziarsi la community virtuale può contare sul business generato dalla rete. Infatti, siccome “MilanIn è un vero e serio Business Club”, allora, secondo Andrey, per ogni azienda di prestigio “diventare un "partner" di Business Club è il modo più giusto per posizionare meglio il suo brand”. Ed ecco i partner: Halldis, leader europeo nel Tech-Real-Estate, Level IP, l’hosting per il sito e tra i leader in Italia del settore, partner generale per tutte le iniziative, la scuola di Business del Politecnico di Milano (Mip) e Pacino Cafe , che è anche il posto dove fisicamente i soci si incontrano. “Non è necessario versare dei soldi”, precisa Andrey, ma ci sono anche i soci che fanno donazioni. In particolare, come per molti altri club, si ricorre all’autofinanziamento per i grossi eventi. “In questi casi – continua Andrey - facciamo revenue sharing, cioè dividiamo le entrate con il locale che ci ospita. Ad esempio, per soci un drink costa 10 euro: otto di questi vanno al locale e due al Club”.
Andrey scommette sul successo dei social network, tanto da volerne fare il suo unico impiego. Non tutti però condividono il suo entusiasmo.
Tra i bloggers c’è già chi si domanda se questi nuovi social network non siano diventati un po’ troppi. Qualcuno sostiene che ne basterebbe uno soltanto, per avere in un unico posto tutte le informazioni necessarie: il preferito è LinkedIn. A questa “provocazione”, risponde il country manager Italia di Viadeo: “LinkedIn è un social network eccellente, io stesso sono presente con quasi duemila contatti – spiega Falzin – ma ritengo che ogni network che c’è e nascerà vivrà in base al valore che saprà portare ai suoi utenti”. Falzin rivendica specificità e punti di forza della sua rete: “Noi riteniamo che in Italia nel network si debba usare anche l’italiano. Inoltre, abbiamo aperto la sede a Milano perché vogliamo entrare in contatto con il mondo reale”. D’accordo sulla necessità di non limitare le nuove community solo al virtuale anche Andrey, il web manager di MilanIn. “Noi siamo un meta network, una rete di reti, che vuole far comunicare le persone, migliorandone la vita – conclude l’ingegnere bielorusso - Per questo noi offriamo anche l’esperienza di una rete fuori dal web. Insomma, noi non siamo un semplice elenco di indirizzi mail, bensì un club, quasi una famiglia”.

domenica 14 ottobre 2007

Bologna violenta

24 enne violentata mentre getta i rifiuti

Una studentessa napoletana di 24 anni ha raccontato di essere stata violentata da un uomo che, assieme a un complice, l'ha costretta a salire su un'auto. La giovane è stata aggredita in via Zanardi, prima periferia di Bologna, mentre era in strada per buttare i rifiuti ed è stata ritrovata sotto choc verso le 4 del mattino da un poliziotto davanti alla stazione ferroviaria. La giovane ha raccontato agli agenti che i due erano stranieri.
Gli aggressori, secondo il racconto della donna, forse nordafricani, l'hanno costretta a salire in auto, minacciandola con un coltello. Mentre uno dei due guidava, l'altro l'ha violentata sul sedile posteriore. Poi l'hanno abbandonata nei pressi della stazione ferroviaria. E lì, dopo qualche ora, è stata notata da un poliziotto fuori servizio che l'ha soccorsa.
Nessuno ha dato l'allarme dopo che la studentessa non era rientrata perché la giovane condivide l'appartamento con un'amica assente in quel momento. Gli inquirenti cercano l'aiuto di qualche testimone.(da tgcom)

giovedì 11 ottobre 2007

Sconti sulla violenza

Un giudice di Hannover gli riconosce le "attenuanti etniche e culturali". "Dev'essere tenuto in considerazione il quadro dell'uomo e delle donna esistente nella sua patria"
Germania, violenta la sua ex sconto di pena perché è "sardo"
Convinto che la fidanzata lo tradisse, l'ha segregata, torturata e sottoposta a stupri di gruppo. Il presidente del Consiglio regionale: "Se è vero, c'è da inorridire"

CAGLIARI - Incredibile sentenza ad Hannover. In un processo per violenza sessuale, un uomo ha avuto riconosciuta l'attenuante di essere sardo. Un cameriere di 29 anni ha tenuto segregata per giorni la ex fidanzata, l'ha picchiata, violentata, torturata e umiliata in vari modi, ma ha ottenuto uno sconto di pena ed è stato condannato a sei anni di carcere: il giudice gli ha concesso le "attenuanti etniche e culturali". Stupefatto il presidente del Consiglio regionale della Sardegna: "Se le motivazioni sono quelle riportate dagli organi di stampa, c'è da inorridire. Non c'è alcuna cultura sarda di segregazione e violenza sulle donne, si tratta di un episodio di violenza e, come tale, da condannare".

La sentenza è di un anno fa, ma è stata resa nota solo in questi giorni in quanto il legale del giovane, l'avvocato Annamaria Busia, sta tentando di fargli scontare la pena in Italia. "Ho ottenuto una copia tradotta in italiano, con il timbro del tribunale tedesco, - ha spiegato all'Agi - in vista dell'udienza per il trasferimento in Italia, prevista il 23 ottobre in corte d'appello a Cagliari".

Nella sentenza si legge, testuale: "Si deve tenere conto delle particolari impronte culturali ed etniche dell'imputato. E' un sardo. Il quadro del ruolo dell'uomo e della donna, esistente nella sua patria, non può certo valere come scusante me deve essere tenuto in considerazione come attenuante".

Il fatto di essere nato in Sardegna, per il giudice tedesco, rende quindi meno grave la responsabilità di un giovane che, convinto che la fidanzata lituana lo tradisse, l'ha tenuta prigioniera per tre settimane sottoponendola anche a violenze sessuali di gruppo. Le convinzioni del magistrato sui sardi, a dir poco bizzarre, hanno fatto risparmiare al cameriere almeno due anni di carcere. Il suo avvocato è comunque indignato: "E' una sentenza razzista". (da Repubblica.it)

martedì 9 ottobre 2007

Dove andrà a finire il mondo




Sarà davvero questo il futuro che ci attende? Per chi è dentro il meccanismo, le conclusioni raccontate dalla voce inglese di un avatar qualunque, la risposta è un sì deciso. Il popolo della rete non si divide, come potrebbe e dovrebbe succedere in qualsiasi dibattito. E dunque, se alla fine tutto quello che provate è un'angoscia che prende lo stomaco, nessuno problema: vuol dire che a leggere questo post siete proprio voi e non il vostro fake impazzito.
Ecco alcune opinioni a riguardo.
Francesco Del Vigo

giovedì 4 ottobre 2007

Free Burma

Una giornata per sensibilizzare i navigatori della rete e dare il proprio appoggio al popolo birmano. E' questo il senso della campagna Free Burma, che chiede ai blog di dare un segnale di protesta.Coloro che volessero unirsi all'iniziativa internazionale, fissata per oggi 4 ottobre, non devono far altro che collegarsi su Free Burma e lasciare la propria firma a supporto delle persone impegnate nella rivolta al regime militare birmano. Per chi avesse un sito o un blog, è possibile scaricare le immagini della campagna da inserire sul proprio spazio.

Storie di nicchia: quando la tv la fa la gente

Current.tv, la scommessa di Al Gore
Al Gore sbarca in Italia: lo farà attraverso “Current tv”, la televisione digitale trasmessa sia sul web, che sul satellite e via cavo. La data non è certa, secondo alcune fonti non ufficiali si parla addirittura di fine ottobre. Nata nel 2005 negli Stati Uniti, lo scorso marzo è arrivata anche in Inghilterra e Irlanda. Current tv è pensata per i giovani dai 18 ai 34 anni che sono utenti ma lo stesso tempo potenziali produttori: è il concetto del VC2 (Viewer-created content), ovvero della televisione collaborativa.
L’idea di fondo è quella di permettere a tutti di diventare non solo registi ma anche creatori del proprio palinsesto, come una vera tv personale. Lo scopo del sito è quello di dare spazio alla gente e democratizzare l’accesso alle informazioni. I videomaker possono caricare propri filmati sul sito e gli internauti registrati votano i migliori video che così possono poi finire sul piccolo schermo: in questo momento, per esempio, il video più votato è “Thorn in your side” di Dean Hamer, che parla della libertà sessuale dei trans. Su Current Tv si possono vedere inchieste, documentari, storie e il tutto è concentrato in video della durata minima di tre minuti e massima di otto. In poche parole, invece di dare vita a un palinsesto da 30 o 60 minuti, Current si propone di trasmettere segmenti dai tre ai dieci minuti, nel tentativo di mantenere l’attenzione di un pubblico multitask abituato a passare da un canale all’altro. I clip sono mischiati nel corso della giornata come accade per le canzoni in una stazione radiofonica. Alcuni saranno minidocumentari, prodotti dallo staff di Current o da esterni; altri saranno più orientati ai servizi di costume, affrontando argomenti come la spiritualità e i rapporti interpersonali. Se i video prodotti dagli utenti vengono scelti per essere trasmessi in tv sono pagati. Alla base di tutto c’è comunque una redazione che seleziona i video in base ad un codice etico denominato “current journalism”, per evitare che siano messi on line contenuti osceni o simili. Secondo alcuni però questo controllo del broadcasting sarebbe in contraddizione con l’idea di democratizzazione della televisione come auspicato dallo stesso Al Gore, perché i materiali vengono comunque “filtrati” da una redazione e – quindi – da un editore.
La produzione di servizi video viene incentivata con un'offerta fino a $1,000 a servizio, dipende da quante volte sono trasmessi in televisione. Gli utenti possono mandare anche spot pubblicitari che prima girano su current tv e vengono pagati dalla televisione, ma se piacciono alle aziende e ai pubblicitari possono essere acquistati da questi ultimi per essere mandati sulle reti satellitari e su quelle via cavo nazionali: in tal caso il guadagno può arrivare fino a 50mila dollari. E’ lo stesso sistema che sta alla base di zoppa.com e shycast.com.
All’interno di Current Tv trovano spazio anche due motori di ricerca: Google Current, che occupa qualche minuto ogni mezz’ora per raccontare cosa gli utenti stanno cercando sul motore di ricerca e Yahoo Current.
Qual è il progetto economico che sostiene Current tv? La partecipazione attiva degli utenti permette di realizzare una stazione tv con costi molto contenuti: personale ridotto all’osso e facilità di acquisto dei servizi. Inoltre la fascia di età a cui si rivolge (18- 35) è la più appetibile per gli inserzionisti pubblicitari: se il progetto di Current tv continuerà a crescere sarà proprio il valore degli spazi pubblicitari la principale fonte di guadagno per la televisione.

martedì 2 ottobre 2007

I preti fanno la spesa sul web

Un supermercato online fatto appositamente per preti, vescovi e cardinali. E' l'idea - sembra vincente - di Tridentinum, sito che mette in vendita davvero ogni tipo di articolo religioso.Il catalogo è fornitissimo, le categorie di prodotti sono: paramenti e arredi sacri; vesti e abbigliamento ecclesiastico; mobilio e arredo liturgico; paramenti. Dai santali pontificali alle scarpe cardinalizie, dai guanti in seta (e ricami in oro) agli anelli in argento, fino ai calzini. Non manca nemmeno lo zucchetto papale, disponibile unicamente nella misura esatta di Ratzinger, al prezzo di 50 euro. Guarda in questa fotogallery alcuni degli oggetti in vendita.Intervistato, il general manager del sito Pietro Siffi racconta: "Il 70% degli acquisti di generi religiosi ormai si fa via web". Alcuni preti hanno esigenze davvero particolari: "C'è addirittura un parroco che ci ha chiesto di avere un altare moderno con colonne in plexiglass".Quali sono i pezzi più richiesti? "Le pianete romane, più corte rispetto alle casule per rendere più agevoli i movimenti dei parroci sull'altare durante la messa. Richieste anche le fasce, i cappelli e le berrette. Attualmente poi stanno andando a ruba i messali che spiegano come si celebra la messa in latino". Infine, un commento sui chi siano i preti più spendaccioni: "Dagli Usa ci sono prelati che richiedono casule piuttosto costose, di stile gotico e bizantino, i parroci italiani invece cercano prodotti di buona fattura ma che non costino eccessivamente". (da excite.it)

Donne, libertà sessuale e tirannia maschile

Dall' "Amaca" di Michele Serra (Repubblica, mercoledì 2 ottobre)

"La quantità di delitti che hanno per vittima una donna, e per assassino un maschio respinto o tradito, è in minaccioso aumento. Lo ha denunciato, dati alla mano, il ministro Pollastrini in una diretta televisiva di qualche tempo fa (su Rai Tre), lo si percepisce leggendo i giornali, ma non riuslta che il fenomeno sia compreso nel nutrito pacchetto delle emergenze politiche .
Per fare una battuta rudemente polemica, ma non campata in aria, direi che la recrudescenza di atti di violenza proprietaria dei maschi sulle femmine rientra nel complessivo rilancio dei Valori Tradizionali. La libertà di scelta sessuale delle donne mina alle radici l'intero impianto della Famiglia con la maiuscola, e ha innescato da tempo una reazione ideologica condivisa da molti, e una reazione patologica praticata da pochi, ma penosissima e carica di morte. Per altro, la scia delle ormai remote idee libertarie appare piuttosto disseccata. Gli ex praticanti di confuse ma genersoe teorie di liberazione sessuale (e di liberazioni in generale) stanno invecchiando al riparo di un riposante conformismo. Difficilissimo sentire una voce che si levi in difesa di quello che una volta si chiamava "libero amore", e oggi è tacciato di cinico libertinaggio. Ma davanti a queste ragazze ammazzate, cancellate dal mondo perché sia chiaro che i loro corpi non appartengono a loro ma al maschio di turno, a me viene, per riflesso, una gran voglia di riparlare del libero amore. Chissà se ho nostalgia della gioventù o della libertà..."

Web 2.0, il mondo degli smanettoni

Niente più intermediari. Per me questa è una delle possibili sintesi di un nuovo mondo ancora da esplorare: Il web 2.0.
Ecco alcune parole chiave e siti che fanno parte di questa dimensione (e che gli smanettoni già conoscono benissimo):

WIDGET
Il widget è un elemento grafico che semplifica l’interazione con un programma tipo Rss. Tipici esempi di widget sono i "bottoni" dell'interfaccia grafica di un programma che sono "premuti" per dare comandi al programma stesso o le "checkbox" usate per compiere delle scelte fra varie opzioni disponibili. Ci sono centinaia se non migliaia web widgets disponibili per un uso immediato e coprono un vasto raggio di funzioni, dai giochi ad animali virtuali, da piccole chat a sondaggi ed RSS readers. Sono proprio questi comandi ad avere reso appetibile per Microsoft e Google Facebook definita dal suo creatore Mark Zuckerberg come ''un'utility sociale che mette in connessione una persona con gli amici e con chi lavora e studia”. Facebook è utilizzato per tenersi in contatto tra amici, caricare un numero illimitato di foto, condividere link e video, e trovare persone che fanno parte del network''.
Prima della recente introduzione della nuova piattaforma, Facebook era un popolare servizio di social networking con un pubblico principalmente composto di adolescenti e studenti di college. Grazie all’estrema semplificazione e all’adozione della piattaforma App Acceleretor, che permette di creare nuovi widgets, Facebook è diventa appetibile anche il mercato pubblicitario e non solo in quanto social network globale. L’ascesa di Facebook a spese di My Space è legata soprattutto alla facilità d’uso, al design essenziale e alle funzionalità tutte visibili in un’unica pagina.

ZOOPPA

- come nasce: nasce dall’idea di offrire uno spazio per la pubblicità realizzata attraverso contenuti realizzati dagli utenti.
- con e per chi lavora: lavora con aziende a livello nazionale e internazionale, interessate a sponsorizzare i loro marchi attraverso le gare che periodicamente vengono lanciate sul sito.
- come guadagna: Il guadagno deriva dal contratto stipulato con le aziende committenti.
- come funziona: Sulla base delle indicazioni date dalle aziende, gli utenti sono invitati a creare pubblicità per marchi o prodotti delle aziende in questione. Gli utenti registrati possono partecipare con diversi tipi di contributi: scrivere un’idea o una breve sceneggiatura per una potenziale pubblicità, realizzare delle pagine grafiche con il logo dell’azienda e un pay off, produrre un’animazione o girare un video. Per ogni società con cui Zooppa stipula un accordo commerciale, viene lanciata una nuova gara per gli utenti, che sono anche incoraggiati a collaborare tra loro, attraverso un meccanismo di incentivi appositamente pensato. E’ previsto, infatti, un premio specifico denominato Team Bonus che ricompensa chi ha realizzato un video utilizzando l’idea di un altro utente, premiando in modo proporzionale sia l’autore che il videomaker. Una volta che gli utenti hanno caricato i loro contributi, sta alla community decretare i vincitori di ogni gara. Gli utenti registrati, dunque, votano e, sulla base delle loro preferenze, Zooppa assegna loro premi in denaro.
- Zooppa è un nuovo modello di pubblicità fondata su Internet e sulla sua capacità di mettere in relazione persone da ogni parte del mondo. Inoltre, il progetto di Zooppa prevede anche un’altra attività. Laddove, infatti, le aziende che sponsorizzano le gare vogliano utilizzare i materiali postati sul sito per sfruttarli come campagne pubblicitarie su altri mezzi, Zooppa svolge il ruolo di intermediario tra gli autori dei contenuti e le aziende stesse. Così facendo, Zooppa assicura un range di prezzo da un valore minimo a uno massimo, all’interno del quale far incontrare gli interessi degli utenti e delle aziende.


HELIUM
• Cos’è: Helium è una community di scrittori – free lance che scrivono articoli su un tema dato. Lavorano in gara tra loro: i pezzi più votati andranno in vetta alla classifica e il “vincitore” sarà pagato.
• I numeri: sono milioni i lettori di Helium. Questo garantisce a chi scrive visibilità, il bacino di utenza è globale. Gli articoli selezionati come vincitori saranno pagati dai 20 ai 200 dollari.
• Helium è un potenziale strumento per “creare” dibattiti
• Helium è appetibile anche per il mercato pubblicitario per il gran numero di utenti, non solo lettori ma anche autori dei pezzi.


SHYCAST
• ShyCast è un social network per marchi. Il sito è stato lanciato lo scorso 30 gennaio con un concorso video, sponsorizzato da Ikea dove la camera da letto più creativa (votata dagli utenti) riceverà un premio di 5.000 dollari.
• Il sito, che al momento ospita 3 temi di pubblicità, mette in comunicazione le aziende che ricercano idee per la pubblicità e gli utenti che inviano video reclame. I video vengono votati dagli utenti del sito e quelli che hanno realizzato I ranking migliori saranno poi scelti dall’azienda. I primi tre classificati vengono premiati con una retribuzione in dollari
• Il meccanismo di guadagno del sito si basa sui contratti di sponsorizzazione che le aziende stipulano con il sito
• Il concorrente diretto è l’italiano Zooppa.com e current.tv

Monaci tornati alla "normalità"



Il regime militare ha invitato la comunità internazionale a rimanere fuori dalla crisi interna. Parlando davanti all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, il ministro degli Esteri della giunta militare birmana, U Nyan Win, ha chiesto di astenersi dall'adottare nuove sanzioni che aggiungerebbero benzina al fuoco alla situazione nel Paese. Ed ha accusato delle violenze degli ultimi giorni "opportunisti politici" che con l'aiuto di potenze straniere stanno cercando di generare caos per sfruttare la situazione. Il ministro ha anche sostenuto davanti ai delegati del palazzo di Vetro che dopo diversi giorni di disordini dei monaci buddhisti ora è tornata la "normalità". (da Repubblica, ore 8.37)