venerdì 30 novembre 2007

Nascono tv come funghi

Nasce C6 tv a Milano. Io ed Ele siamo andate a vedere che cosa succede in via Lomazzo, la sede della neonata emittente. E abbiamo incontrato...
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giovedì 29 novembre 2007

Buon compleanno

Ecco il video realizzato al Gioia 69 di Milano in occasione della festa per i 10 anni del teletext Mediaset (peccato che una parte sia stata tagliata..)
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mercoledì 28 novembre 2007

Nonnini digitali

Novità in arrivo per "i più grandi": Tullio De Mauro ha presentato un manuale per l’alfabetizzazione degli adulti. "Nonni su Internet", questo il nome del progetto, il cui l’obiettivo è riportare i più anziani sui banchi di scuola e stimolare in loro curiosità ed entusiasmo per la conoscenza del computer. L’iniziativa è stata presentata nel 2003 per riuscire a richiamare, come lo stesso De Mauro ha voluto sottolineare, "l’attenzione sull’importanza di un efficace processo comunicativo per le fasce della popolazione a rischio di esclusione sociale per la povertà di risorse anche linguistiche". Il kit di alfabetizzazione comprende tre direttrici fondamentali per seguire il lavoro di apprendimento: docenti, tutor, e una guida pratica sull’uso facile e consapevole della tecnologia informatica. Grazie al manuale, anche le persone in età più adulta riusciranno a comunicare utilizzando i nuovi mezzi informatici del web e della posta elettronica, e poter usufruire dei principali servizi digitali delle amministrazioni locali. Secondo De Mauro è stata realizzata "un’opera alla portata di tutti, utilizzando un linguaggio semplice, controllato e di facile fruibilità".

martedì 27 novembre 2007

Otto italiani su dieci malati di Internet

Italiani tecnostressati: così pare secondo i dati raccolti da Enzo Di Frenna, presidente della Associazione Netdipendenza onlus che fotografa una realtà impietosa dove alla mattina si dà la precedenza alla posta elettronica prima ancora che ad un buon caffè. La ricerca effettuata da Di Frenna ha coinvolto oltre 250 manager intervistati nel corso dell'evento Roma Caput Media organizzato da Wireless. Dalla ricerca emerge che l'80% degli intervistati ha il pc acceso dalle 9 alle 12 ore al giorno e non può più farne a meno sia per le proprie attività lavorative che per mantenere i propri rapporti personali. (Colpa dei social network?).

sabato 24 novembre 2007

Centomila donne sfilano contro la violenza

A Roma grande manifestazione contro la violenza sulle donne. E si raccolgono tante storie, come quelle raccontate qui. Unico neo: al corteo alcune donne non hanno voluto che anche gli uomini sfilassero con loro. Non sono queste le nostre intenzioni. Attenzione ai messaggi che mandiamo. Noi siamo per la parità. L'uomo è un compagno e, se vuole, può essere un grande alleato. Di certo non dobbiamo trasformarlo in un nemico.

Ma mia mamma non è faccialibro

Sul blog Digital Natives Giorgio ha postato un articolo di Judi Gruen (Be my cyber-friend), che racconta la sua esperienza di mamma nel mondo dei social network, in cui vivono i suoi figli. In effetti - commenta Giorgio- la storia di Judi è un esempio, condito con molta ironia, di come si possa superare il conflitto generazionale tra genitori e figli. Giorgio poi parla di possibile "infoltimento di Facebook e simili da parte degli adulti". Obiettivo al momento molto ambizioso. Però, siccome può servire a far dialogare genitori scettici con figli web 2.0, non resta che provare. Se solo mia mamma....

venerdì 23 novembre 2007

Kindle va a ruba (forse)

Da qualche giorno non si parla che di Kindle, il nuovo lettore di e-book proposto da Amazon a 399 dollari. Non ha un design particolarmente ricercato, ma chi l'ha provato lo trova comodo e facile da usare; caratteristica, quest'ultima, probabilmente più importante rispetto all'aspetto estetico per un prodotto che vorrebbe arrivare a sostituire i libri tradizionali. Ma la notizia sta nel fatto che Kindle sarebbe già andato esaurito nell'arco di cinque ore e mezza dal suo lancio sul mercato. Lo dice il ceo di Amazon, Jeff Bezos. Certo, sarebbe stato utile sapere anche a quanti pezzi ammontasse questa produzione, ma per ora bisogna accontentarsi delle dichiarazioni ufficiali. E siccome vengono dal ceo, io le prendo molto con le pinze. Potrebbe essere solo una strategia per stimolare le vendite che riprenderanno quando il prodotto sarà di nuovo disponibile, ovvero il 3 dicembre. Kindle non richiede un pc per poter essere utilizzato: integra un dispositivo di connessione 3G e sfrutta lo standard Evdo per connettersi ai servizi forniti da Amazon (il Kindle store) per scaricare il materiale, che comprende più di 88mila libri (!) oltre a giornali e riviste. Sul lettore si possono vedere anche immagini e documenti Word ed è fornito l'accesso alle pagine di Wikipedia. L'annuncio di Amazon arriva a breve distanza dalla presentazione del rinnovato Sony Reader, mentre le voci che anche Apple stia pensando di entrare nel settore, dopo l'esperienza maturata con iPhone e iPod, si fanno più insistenti. (E - come qualcuno mi ha insegnato - non sempre chi arriva prima vince in questo tipo di gare). Anche Kindle ha un neo: manca il supporto per il formato Pdf e non prevede utilizzi ulteriori rispetto alla semplice visualizzazione degli e-book acquistati. Vedremo cosa combinerà chi verrà dopo.

giovedì 22 novembre 2007

Generazione di trentenni (o quasi)

Dedicato alla mia generazione.
Un tuffo nel passato per ricordare che noi eravamo quelli che...CONTINUA A LEGGERE

Viaggio nell'Italia degli sprechi

Si continua a parlare di sprechi. Dopo Stella e Rizzo del Corriere della Sera anche un giornalista del Giornale, Nicola Porro, con Mario Cervi, si è cimentato nell'impresa e quello che ne è venuto fuori è una serie di storie deliranti. Con Ciccio Oggiano e Marco Fallisi abbiamo incontrato Nicola durante un aperitivo a Milano. E, sempre insieme, abbiamo pensato che...Guarda il video

mercoledì 21 novembre 2007

Telenovela iPhone

Apple e Vodafone vicine all'accordo per l'iPhone italiano.
L'arrivo di iPhone in Italia è previsto per l'anno prossimo: solo alla fine di gennaio Apple annuncerà i propri piani per i mercati italiani e spagnoli. Già ora, però, in rete si rincorrono le informazioni, in una corsa in cui la successiva smentisce la precedente. Se in un primo momento era dato per certo l'accordo esclusivo tra Apple e Tim, ora sembra che un accordo esclusivo ci sarà, ma sarà con Vodafone. Tra chi sta a vedere quale sarà la conclusione di questa telenovela, si fa intanto strada l'idea che Apple possa essere tentata di comportarsi come in Francia. Nonostante in Italia, infatti, non esistano normative analoghe a quelle d'oltralpe - normative che vietano di vendere un prodotto legato in esclusiva a un servizio - a Cupertino potrebbero ritenere vantaggioso vendere a prezzi astronomici una versione naked dell'iPhone: facile pensare che sarebbero in molti a tentare di sbloccare un eventuale iPhone "chiuso", legato a un unico operatore. (da zeusnews.it)

Il ballo delle api nei server di Internet

La danza delle api, ovvero la strategia di comunicazione che questi insetti mettono in scena per segnalare alle compagne i luoghi dove è possibile trovare fiori con nettare, diventa un modello per migliorare l'efficienza dei server di internet. A mettere a punto la versione informatica della danza, descritta sulla rivista Bioinspiration and Biomimetics, sono stati l'americano Craig Tovey, dell'istituto di tecnologia della Georgia, e Sunil Nakrani, dell'universita' britannica di Oxford. Impegnati entrambi nel campo della biomimetica, lo studio di come principi biologici possono essere applicati in ingegneria, i ricercatori erano interessati al modo in cui le api riescono a raccogliere molto nettare con limitate risorse e senza una gestione centrale. ''Ad esempio - hanno spiegato - questi insetti assicurano una quantita' costante di nettare all'alveare anche in situazioni di emergenza, con poca disponibilita' di fiori o con la pioggia, grazie ad un efficiente sistema di comunicazione basato sulla danza''. A vivere situazioni di emergenza di gestione della domanda, spiegano, sono anche i server di internet che però, quando ricevono richieste eccessive, anziche' soddisfarle tutte nel migliore di modi si sovraccaricano e possono bloccarsi. Un server, spiegano gli esperti, è una componente informatica che fornisce servizi ad altre componenti (tipicamente chiamate client) attraverso una rete di calcolatori. Il server riceve dai client delle richieste di servizio e restituisce loro i risultati dopo averne effettuato l'elaborazione relativa. Per ottimizzare il servizio, evitando cattive sorprese quando c'è troppa domanda, i ricercatori hanno realizzato una traduzione virtuale della danza delle api in base alla quale il server può migliorare la sua efficienza di circa il 25%. La tecnica consiste in un avviso posto in un luogo virtuale chiamato "pista da ballo" che compare quando la rete di server riceve una richiesta per un certo sito web. L'avviso, non solo serve ad attrarre sulla richiesta i server disponibili in quel momento, ma contiene anche le informazioni sul contenuto della domanda.

martedì 20 novembre 2007

Un taglio alla...cinese

Siete mai andati dai parrucchieri "milanocinesi"?
Noi abbiamo fatto un giro in via Paolo Sarpi e...



Realizzato dai ragazzi di Lab.iulm e Xi Xue

Freerice, il gioco che sfama

Sfamare il mondo imparando l'inglese. È l'idea lanciata da FreeRice (Riso Gratis), il nuovo gioco-tormentone che ha conquistato gli internauti e sta facendo la felicità del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite. In un mese il quiz ha prodotto tanto cibo da nutrire 50mila persone per un giorno. Come? Sul sito www.freerice.com appaiono una parola e quattro definizioni. Se si clicca sulla risposta corretta gli sponsor del programma donano dieci chicchi di riso al Pam (Programma Alimentare Mondiale). «Attenzione - promette il sito - questo gioco vi farà diventare più bravi. Migliorerà il vostro vocabolario, la vostra eloquenza, vi aiuterà sul lavoro. Fatelo per due giorni e parole che non avevate mai sentito vi verranno in mente senza sforzo». Provare per credere. Cosa vuol dire bachelorette? Oppure valance? O pettifogger? Certo dieci chicchi di riso sembrano quasi «niente» ma a giudicare dai risultati sono più che abbastanza. FreeRice, infatti, è in crescita esponenziale. Il 7 ottobre, giorno del suo debutto, erano stati prodotti solo 830 chicchi. La scorsa settimana, si era arrivati a 63.253.810. (da risoitaliano.org)

domenica 18 novembre 2007

Sicilia 2.0

Alla Sicilia va il Premio Web 2.0. Il Comune di Palermo è al primo posto per il migliore sito, a parimerito con quello di Roma. Sempre in Sicilia, il 26 novembre, ci sarà un convegno dal titolo "Internet è cambiato. Sicilia 2.0. Sviluppo, lavoro, opportunità per le imprese". L'obiettivo è mettere attorno ad un tavolo le più importanti realtà del settore, ponendole in relazione con le imprese e i giovani siciliani. L'iniziativa è dedicata soprattutto agli studenti universitari. Yahoo, Google, Expedia, Apple e Vivendi Games saranno alcune delle aziende presenti. Domanda: il Sud si sta finalmente svegliando?

Casalinghi avanti tutta

Li ho notati guardando una foto su Repubblica della manifestazione di ieri a Genova. In Italia, dopo le tante associazioni di donne casalinghe sparse lungo tutto lo Stivale, si è costituito, dal 2004, anche un movimento di casalinghi che ha sede a Pietrasanta, in provincia di Lucca. L'associazione Uomini Casalinghi (As.U.C.)- scrivono sul sito - è nata per offrire agli uomini una doppia opportunità: prendersi cura della dimensione interiore della propria identità maschile e della dimensione domestica. E qui viene il bello: l’As.U.C afferma di operare "perché l’uomo condivida le responsabilità della casa con gli altri membri della famiglia" e lavora affinchè lo stesso "recuperi o ri-scopra il proprio spazio". Ma non finisce qui...
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sabato 17 novembre 2007

Sky Italia: dove sta la verità?

Come sta andando Sky Italia? Le opinioni sono diverse. Secondo alcuni esponenti del mondo giornalistico italiano, la tv di Murdoch nel Belpaese non fa guadagni e, al contrario, sarebbe una voragine che serve al grande magnate solo per avere un piedino nel mondo dei media italiani. Secondo Millecanali, invece, Sky Italia sta facendo salire i guadagni di Murdoch. Per Dom Serafini, un collaboratore della rivista, la Tv satellitare italiana si é trasformata "da palla al piede ad importante fonte di profitti" per lo stesso Murdoch.Infatti, secondo gli ultimi dati rilasciati dalla News Corp - la societá presieduta da Murdoch e casa madre di Sky Italia - nel primo trimestre di quest'anno, il gruppo ha registrato profitti di oltre un miliardo di dollari (con un aumento del 23% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), con entrate di 7 miliardi (il 19% in piú del 2006). A determinare questo risultato sono state principalmente le attivitá di Sky Italia (che ha portato alle casse di News Corp guadagni di 48 milioni di dollari, contro perdite di 13 milioni durante il 2005, e con un numero di abbonati salito ad un totale di 4,24 milioni), oltre ad alcuni programmi di intrattenimento.

venerdì 16 novembre 2007

A Roma la locanda della felicità

E' una storia davvero bella: alcune famiglie hanno aperto un ristorante per i figli disabili che lavorano come camerieri.
Leggi nel blog di Cristina Tagliabue

Milano-Roma solo andata: l'addio di Wind

Dopo il declassamento di Malpensa a favore di Fiumicino, un'altra grana contrappone Milano a Roma, sempre nell'ambito delle aziende prima controllate dallo Stato e ora privatizzate. Si tratta di Wind. L'azienda ha ufficializzato la chiusura delle aree di direzione generale presenti a Milano per concentrare tutto a Roma. Lo scorso 22 ottobre Wind ha illustrato alle organizzazioni sindacali e alle Rsu un piano di trasferimento delle attività di staff dalle sedi di Milano a Roma. Il perimetro di queste attività è molto ampio e riguarda diverse centinaia di persone che attualmente lavorano a Milano. Le sedi milanesi sono specializzate nella telefonia fissa da quando ospitavano Infostrada, società acquisita nel 2001 dall'Enel e poi fusa in Wind. Le professionalità e le competenze nel settore sono sempre state molto elevate e la telefonia fissa riveste un ruolo rilevante per Wind anche in termini di fatturato (circa 1,5 miliardi di euro) e utili. Secondo il sindacato "il piano di trasferimenti è scellerato perché ingiustificato dai risultati industriali, che gli stessi manager considerano positivi e asseconda logiche prettamente finanziarie". Sempre secondo il sindacato, le conseguenze immediate di questo piano saranno di spingere alle dimissioni centinaia di lavoratori che prestano servizio nelle sedi milanesi, condannando alla precarietà e alla perdita della professionalità la maggior parte di essi.(da zeusnews.it)

sabato 10 novembre 2007

Hatebook, l'antisociale socializzante

Post dedicato a tutti quelli che odiano Facebook: una comunità sempre più nutrita di anti-fan. Si odia ma se ne parla (e chi scrive, invece, lo adora)

I nemici dei miei nemici sono miei amici. Da questa frase nasce Hatebook, risposta "cattiva" a Facebook, il nuovo contenitore di prodotti multimediali principe del web. Tutto, su Hatebook, si ispira al cugino "buonista", a partire dall'interfaccia grafica. Cambiano però i colori di sfondo: sul sito di Facebook domina l'azzurro; su quello di Hatebook - www.hatebook.org - il rosso. E già questo fa pensare alla rabbia. Fin dalla fase dell'iscrizione, il visitatore si imbatte in frasi colorite di offesa al "nemico". Lo scopo è quello di concentrarsi verso un obiettivo comune, un obiettivo da odiare, e fare "community" sfogando il rancore e sbirrazzendosi con epiteti offensivi. Perché in gruppo si odia meglio.
La home face di Hatebook, accanto a una fiamma rossa che accoglie i visitatori, presenta il progetto in modo sincero e ironico al tempo stesso: "Hatebook è un prodotto di anti-utilità sociale che ti disconnette dalle cose che odi". Tutto il contrario della filosofia buonista e della connettività "a tutti i costi" che domina i siti più cliccati del web. Lo scopo, nella maggior parte dei casi, è quello di mettere in relazione, non certo "disconnettere". I nomi di questi siti richiamano alla mente momenti di incontro e svago, sorrisi e buoni sentimenti: da www.gotomeeting.com a www.myspace.com, una carrellata di ottimismo e apertura verso il prossimo. Hatebook sta dall'altra parte. I link rosso fuoco che si aprono sul sito riguardano la possibilità di "inserire le bugie di qualcuno" e "pubblicare i segreti altrui". Oltre a quella, altamente consigliata, di spettegolare, caricare video "odiosi" e persino costituire degli "hate-clan". L'ultimo link è il più esasperato: "Take over the world" permette di registrarsi e fare amicizia con tutti quelli che, semplicemente, odiano il mondo intero. Infine, per tutti i visitatori iscritti c'è la possibilità di partecipare a un concorso: vince chi riesce ad accumulare il "punteggio di odio" più alto. Un dubbio: ma la voglia di competere e di vincere non è incompatibile con tutto questo simpatico nichilismo? (da repubblica.it)

venerdì 2 novembre 2007

Quando l'osteria funziona senza l'oste

In questo post lascio la parola a Gino Tocchetti, un amico di Facebook che, senza saperlo, è per me un piccolo "maestro" del web 2.0. Gino racconta su Facebook una storia simpatica e parte da questa per fare delle riflessioni su un nuovo tipo di economia. Così Gino:

"Interessanti riflessioni di Vladi Finotto (First Draft) sul primo esempio italiano (pare) di Osteria senza oste.
Innanzi tutto il fatto: a Santo Stefano di Valdobbiandene (Treviso), patria del cartizze e del prosecco, si trova un eremo collinare dal quale si possono ammirare vigneti e dolci vallate dal verde riposante. Ma soprattutto e' attrezzato di tutto punto per appetitosi spuntini da consumarsi in solitaria o meglio con parenti, ospiti e amici o in gruppo. Si tratta di salumi, formaggi e vini, di produzione locale e pure di ottima qualita'. L’offerta per ciò che si e' gustato e' lasciata all'onesta' degli avventori, esiste solo un prezzo "consigliato" ma nessun controllo, e il denaro viene depositato in una cassetta sul tavolo della cucina. L'oste (i proprietari, i fratelli De Stefani) non c'e': passa fuori orario a rassettare e rimpinguare le scorte alimentari. E a raccogliere le offerte, che sembrano piu' che adeguate: i De Stefani e i viandanti (per lo piu' turisti) sono tutti soddisfatti, e il passaparola accresce il successo dell'iniziativa.
Mentre sarebbe naturale ricondurre questo esempio all'economia del dono, Vladi sostiene che cosi' non e', perche' il valore che viene corrisposto all'oste e' anche maggiore del valore di break even (quello a cui si pareggiano i costi). E cosi' risulta anche per i RadioHeads, a cui sono stati pagati mediamente 5 dollari contro un break even a 2 dollari circa. Quindi si tratta ancora di economia di mercato, dice Vladi.
Un'obiezione da parte mia.
L' "economia del dono" e' basata sul valore d’uso degli oggetti e delle azioni, come si legge su Wikipedia, cioe' il valore dal solo punto di vista di chi li utilizzera'. Ora questo e' esattamente quello che succede in quell'osteria: il valore d'uso corrisposto per il prosciutto risulta certamente legato alla fame, ma anche alla possibilita' di gustare insieme il prosciutto e il paesaggio, e la comodita' dell'osteria, e i sapori di una volta e la genuita' dei prodotti, e probabilmente anche alla possibilita' di vivere un'emozione insolita (l'offerta libera). E la stessa cosa avviene probabilmente per la musica dei RadioHeads. Non un valore contrattato col venditore, dunque, ma un valore spontaneamente riconosciuto dal consumatore, secondo solo i suoi criteri. Dunque non e' economia di mercato e assomiglia piu' all'economia del dono.
Quello che effettivamente non costituisce differenza tra l'economia del dono e l'economia di mercato e' che il valore del bene in oggetto e' comprensivo delle percezioni ed emozioni del consumatore (valori aggiunti). Questo puo' trarre in inganno. Anche nell'economia del dono il ritorno economico puo' essere vantaggioso, se l'utilizzatore riconosce il valore aggiunto.
D'altra parte l'economia del dono, proprio perche' non tiene conto di chi cede, richiede che sia praticata solo tra "pari" (donatori e beneficiati hanno le stesse disponibilita'), e in generale in presenza di una certa abbondanza del bene, come infatti succedeva nelle popolazioni dove era in uso (vedi il caso del Potlatch tra i nativi americani qualche secolo fa). Anzi nell'esperienza del dono, anche nella nostra cultura, il bene donato potrebbe essere superfluo e in alcuni casi distrutto (o riciclato). Infatti il ritorno economico non avviene in coincidenza del dono, ma semmai in un'occasione diversa in cui il ruolo di donatore viene assunto dall'altra parte.
L'economia del dono (ma pare che non ci sia un modello unico) e' quindi un'economia di "mantenimento" e di equa distribuzione in una societa' "chiusa". Non e' basata sul "bisogno" e sulla necessita' di rivolgersi ad altri per approvvigionarsi secondo le proprie necessita'. E' basata piuttosto su una serie di compensazioni che permettono il mantenimento di un equilibrio economico e sociale. Attraverso una sequenza di eventi (rituali tra i nativi americani, e piu' informali nei paesi occidentali), in cui i membri di una comunita' cedono a turno agli altri (e chi piu' ha piu' cede), ciascuno trova il modo di superare momenti di difficolta' e nessuno interpreta la propria abbondanza in modo egositico.
L'oste di Valdobbiadene e i RadioHeads non si sono rivolti a "pari", bensi' a persone sconosciute e potenzialmente abituate ad una diversa scala di valori. Ne' d'altra parte si sono accontentati di un dono futuro in cambio: l'oste ha indicato il prezzo che si attendeva che venisse pagato, e in ogni caso un pagamento e' avvenuto quasi sempre nell'occasione della consumazione. Non si tratta certo di un caso di distribuzione all'interno di una comunita' chiusa.
Tra l'altro non sono da confondere nemmeno con quei casi di contenuti e servizi offerti sul web con l'invito non vincolante a "donare". In quei casi avviene uno scambio, spesso nell'inconsapevolezza di chi riceve: chi dona ottiene traffico e visibilita' e anche dati, che poi convertira' in moneta attraverso forme di pubblicita' o con l'utilizzo dei dati raccolti. Li' il valore corrisposto non e' a discrezione di chi riceve. In comune con l'oste di Valdobbiadene (tutto offline) e i Radioheads (tutto web 2.0) hanno il fatto di non essere ne' un esempio di "economia di mercato" ne' di "economia del dono". Sono qualcosa su cui e' utile riflettere con grande attenzione, e senza negare sbrigativamente il carattere innovativo, forse rivoluzionario".