domenica 20 aprile 2008

Prospettive di sicurezza

Oggi tutti parlano di sicurezza. Dopo l'ultimo orribile episodio a Roma e la violenza su una studentessa a Milano, la sicurezza è di nuovo un ottimo strumento in mano ai politici per espletare il quotidiano gioco delle parti. Sempre oggi, mentre i tg aggiornavano gli italiani sugli ultimi episodi di cronaca, ho fatto un lungo viaggio in metropolitana in compagnia di un libro dal titolo "Con gli occhi del nemico. Raccontare la pace in un paese di guerra" di David Grossman. A pagina 67 anche Grossman dice la sua sul concetto di sicurezza, e lo fa con l'occhio dell'ebreo che vive quotidianamente il conflitto arabo-israeliano. Nulla a che vedere con l'Italia, però...
Così l'intellettuale: "Non sono un esperto di sicurezza, e può darsi che i sicurezzologi professionisti liquidino le mie parole come fantasie di un perfetto dilettante. E tuttavia proverò a dire cose che anche un ignorante come me comprende. Sicurezza non significa soltanto un esercito forte. Sicurezza, nella sua accezione più ampia, significa anche un'economia forte e stabile, una riduzione del divario sociale e una crescita della coesione interna, un buon sistema educativo, la legalità, l'identificazione dei diversi gruppi sociali con lo Stato e i suoi obiettivi, la scelta da parte delle élites di restare nel paese e contribuire al suo progresso..."

sabato 19 aprile 2008

L'Emilia sceglie il verde (quello della Lega)

La sintesi di questa tornata elettorale ci viene gentilmente offerta oggi dal Corriere della Sera, in un articolo a firma di Marco Imarisio. Aneddoto illuminante, molto più di tutti gli editoriali letti in questi giorni.

Qualche anno fa, il compagno Maselli Loris, abitante a Sassuolo in via Gramsci ("non a caso"), operaio specializzato addetto al montaggio di pompe idrauliche su linea in quel di Nonantola, andò al comizio del compagno Diliberto Oliviero. Quando il segretario del Pdci scese dal palco, lo avvicinò per sottoporgli una questione che a lui sembrava piuttosto importante. "Mia moglie - disse - quando va al Carrefour deve guardarsi le spalle mentre carica la spesa nel bagagliaio. Lì c'è pieno di marocchini che rubano". Diliberto si voltò e rispose infilando una serie di "ismi". Più o meno disse: "Non possiamo abiurare alla scelta del terzomondismo, anche se gli effetti del mondialismo non vanno sottovalutati". Maselli ci pensò, poi trasse le sue conclusioni: "Compagno Diliberto, ma va' a caghèr".

mercoledì 16 aprile 2008

Uomini amici: tesoretto o truffa?

Passata la sbornia elettorale, l'attenzione si sposta su temi più frivoli. Uomini, ad esempio. Una serie di conversazioni telefoniche mi ha fatto riflettere sull'ormai abusato concetto di amicizia uomo-donna. Ho sempre sostenuto che un uomo senza amiche non è un uomo interessante. Ma un uomo con tante amiche (solo amiche) e con "non tanti amici" quanto può essere affidabile in un rapporto di coppia? Così ho deciso di trovare una risposta (o una soluzione) spulciando sul web. Il risultato è stato esilerante. Prima sono incappata nel blog di Barbagianni che, basandosi su una serie di sillogismi, conclude che "se sei amico di una donna, allora sei solo un amico", poi in un post lasciato da Angelo il quale, dopo aver scritto un inno alla donna e alla bellezza che il gentil sesso emana (a differenza degli uomini), fa capire che è impossibile non avere amiche donne. In seguito ho sorriso leggendo Alessandro che "sogna di vivere in un mondo dove le donne sono amate, rispettate, e protette, come quei fiori bellissimi, che si tengono in poggiolo, in giardino, ai quali si parla, che si abbeverano, che si amano, fino all’ultima foglia". Lo Zio Francesco, infine, sostiene seraficamente che "se posso avere uomini come amici posso avere anche amiche donne". Parole rassicuranti. Finchè non leggo il commento di david che è stufo di avere tante amiche donne che "ti scartano e poi ti cercano perchè sei il loro migliore amico". Ok, ma la domanda è ancora lì: un uomo (etero) con tante amiche che tipo di uomo è? Anche Aristotele a suo tempo ci pensò e tentò di dare una risposta. Che tuttavia non arrivò mai, o forse sì, ma non è quella che si vorrebbe.

martedì 8 aprile 2008

Maledette elezioni

Oggi ho scritto una lettera a Zucconi. Volevo lamentarmi e volevo farlo con chi quotidianamente riceve centinaia (credo) mail di cittadini incazzati. E questa è la mia: "Gentile Zucconi, sto facendo un po' di conti: se torno nel mio paese natale per esercitare un mio diritto - votare - mi toccherà spendere quasi cento euro, prendere un giorno di vacanza, rinunciare a studiare per il mio esame di Stato (sfido chiunque a farlo su un Eurostar, la gente aspetta di salire su un treno per fare tutte le telefonate che normalmente non farebbe...), peggiorare il mio raffreddore e stancarmi non poco, visto che si tratta di percorrere oltre 1800 chilometri in tre giorni. Sono molisana, ma da un anno e mezzo vivo stabilmente a Milano. Non ho ancora cambiato residenza perché prima vorrei capire cosa sarà del mio futuro (e dove). Ma davvero non capisco: ci si lamenta dell'astensionismo, Ilvo Diamanti tocca le corde profonde di noi elettori con i suoi reportage sul "mondo dei non votanti", ed io... non ce la posso fare. Yes, we can (not).
ps: ovviamente questo problema è solo italiano. Certo, se fossi in Argentina potrei votare senza problemi...". Maledetta scheda elettorale.

martedì 1 aprile 2008

E ora tutti a lavoro

Milano ce l'ha fatta. E i turchi vanno via da Parigi senza dire una parola. E' venuto il momento di rimboccarsi le maniche. Ci saranno tanti soldi da usare bene, tante cose da fare. Da oggi al 2015 (ma anche dopo) questa città sarà sempre più sotto i riflettori, nazionali e mondiali. I timori di costruire cattedrali nel deserto o di spendere ben oltre quello che le tasche permettono c'è. Io voglio crederci (siamo in tanti). Ma intanto leggo il commento di Michele Serra...