Nel cuore dell’Africa, a Bukumbi (Tanzania), ogni giorno da sei anni padre Franco Manenti opera bambini con malformazioni e visita donne prossime al parto. Il sacerdote, originario di Carobbio degli Angeli (Bergamo), era già stato in Somalia, “dove mi sono specializzato nella cura dei lebbrosi”, racconta con il sorriso sulle labbra. Felice padre Franco (detto “Francone”) sembra esserlo sempre stato, anche quando durante la guerra civile somala degli anni ’90 lo aveva raggiunto una raffica di pallottole. Il frate francescano non si è mai arreso: dalla Somalia al Burundi, da Gibuti alla Tanzania, sempre in viaggio, al limite del pericolo.
Quando si dice la vocazione. Da ragazzo padre Franco studiava per diventare medico. Sacerdote e dottore, perché la sua missione è una sola: fare del bene agli altri e salvare la vita ai più deboli, in quei territori che sembrano dimenticati da Dio e invece lo sono soltanto da chi non vuole investire né capitali né speranze, se un progetto non rende. A Padre Franco poco importava dei soldi e delle soddisfazioni personali quando, dopo una lunga esperienza al Fatebenefratelli a Milano, ha fatto la valigia per partire e ancora, qualche anno dopo, quando con altre persone di Carobbio è partito con sei container carichi di roba, dal generatore di corrente elettrica agli antibiotici che mai in Africa avrebbe potuto trovare. Il programma era ambizioso: ristrutturare l'ospedale di missione dell'arcivescovado di Mwanza (nella foto) che, nel 2001, padre Franco aveva trovato abbandonato. Con l'aiuto economico di alcuni corregionali sono stati rimessi a nuovo la sala ospedaliera e il reparto di Pediatria. Dopo aver aiutato centinaia di malati di Aids, il suo centro è diventato un punto di riferimento per i sieropositivi del luogo. La zona dove opera è nota per l'elevato tasso di malati di Hiv. Gli uomini che lavorano sui traghetti (vicino al centro c'è il grande lago Vittoria) conoscono la pericolosità del virus, ma non fanno molto per evitarlo. Così padre Franco ha deciso di partire dai bambini, per fare prevenzione. E il “suo” ospedale è aperto a tutti coloro che vogliono fare il test. Con padre Franco ci sono circa dieci specialisti del gruppo "Medici volontari del mondo", chirurghi, oculisti e ortopedici, provenienti da tutta Italia. In questi sei anni di lavoro sono stati eseguiti 387 interventi agli occhi, quattro trapianti di cornea e più di cinquemila ecografie. E presto arriveranno nuove macchine per le radiografie. Con padre Franco collaborano ogni giorno una decina di suore della Congregazione del Kilimangiaro. Insieme hanno fatto del "Bukumbi Hospital" un vero centro di missione sanitaria ed evangelica.
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