sabato 9 dicembre 2006

Storia di un successo a metà

Manifestanti e gente normale in piazza. La prima della Scala tra vip e polemiche
E in Galleria gli applausi sono tutti per Zeffirelli


Carlo ha 53 anni e due figli ventenni, lavoratori precari. Dal 1976 ogni mattina, alle 7, varca la soglia dello stabilimento dell’Alfa Romeo ad Arese. Fa il tecnico progettista, “un bel lavoro”. Negli anni ‘80 ha comprato qualche azione della Fiat. “Anche noi andiamo alle riunioni – racconta senza nascondere l’ironia – non contiamo molto, ma facciamo sentire la nostra voce”. Non è stato zitto, il signor Carlo, neanche ieri sera, davanti alla Scala. Era con i colleghi e i sindacalisti della Flm Uniti Cub, dietro le transenne, lontano dalla zona riservata al passaggio dei vip, dei politici, dei fortunati con il posto prenotato per la prima del teatro milanese. La pioggia ed il freddo non hanno fermato né i curiosi, né i manifestanti. C’è la coppia di anziani in attesa dalle due del pomeriggio. “Non siamo qui per i politici e le attrici - dicono con orgoglio – ma soltanto perché la prima della Scala è un evento importante per la nostra città”. “Sono venuta per l’Aida di Verdi – chiosa una donna alla loro destra – perché Verdi è nato nel mio stesso paese”. Ma quando passa Valeria Marini, è tutto un coro. E’ avvolta in un vestito nero con una profonda scollatura. La sua schiena non sembra temere l’umidità di Milano. Ha anche un fiore tra i capelli. La Iena Enrico Lucci si fionda sulla bionda, prima che scompaia tra le guardie del corpo. Ed è così per tutti gli altri: Fanny Ardant, il presidente dell’Inter Moratti, gli assessori comunali e soprattutto per la cancelliera tedesca Angela Merkel che in teatro siederà tra Prodi e il sindaco Letizia Moratti. Il nero resta il colore della serata, nonostante il bianco di lunghi vestiti e i foulards dorati che vogliono riprendere il colore scelto da Zeffirelli per questa sua Aida, dopo tanti anni di assenza. Scuri i vestiti, scuro anche il cielo della città contro le luci delle telecamere che rincorrono le star nei taxi e quelle del teatro nel giorno della sua festa. Uomini in frac e donne con capelli vaporosi da una parte, gli operai con le sciarpe di lana dall’altra, a qualche decina di metri. In mezzo i curiosi. C’è chi sostiene la protesta dei manifestanti: “Fanno bene a criticare la Finanziaria - dice uno fra i tanti – perché alla fine penalizza sempre le stesse persone”. “Prodi non deve dimenticare che è stato votato dal popolo”, grida un pensionato mentre la signora Flavia scende velocemente dall’auto blu e rischia di far scivolare la borsetta sulle rotaie del tram. “Si sono dimenticati di noi, vogliono trasformare Arese in un grosso centro commerciale con quartieri residenziali”, protesta un operaio quando entra Formigoni. Suona la musica popolare, mentre in teatro la bacchetta di Chailly disegna le sue curve nell’aria. Le prime note dell’Aida fanno allontanare i giornalisti dall’ingresso della Scala: la sfilata dei vip è finita, per loro è il momento di godersi lo spettacolo sulle poltrone di velluto rosso. Anche la gente va via, silenziosamente, con tranquillità. Chi è davvero in piazza per l’opera di Verdi si trasferisce in Galleria, dove il Comune ha fatto installare un maxi schermo. Durante la pausa, le telecamere in teatro spostano l’obiettivo sui presenti. E’ il momento dei commenti. “Un punto in più alla Moratti, anche se non l’ho votata”, afferma soddisfatto un quarantenne che abita in periferia. “Questi eventi aprono il cuore”, dice la moglie, quasi commossa. C’è chi resiste tre ore e mezzo in piedi. Dalle polemiche agli applausi. Sono tanti, tantissimi, fuori e dentro il teatro, soprattutto per il Maestro e il Direttore. “Bravi, bravi!”, urla qualcuno davanti al maxischermo. E’ la voce popolare, uno spicchio di anima della metropoli settentrionale.

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