mercoledì 31 ottobre 2007

I parenti? Trovali in rete

Famiglie che si cercano on line, zii che dialogano con nipoti lontani, cugine che si scrivono e-mail per la prima volta. Da qualche mese in Italia i parenti possono ri-trovarsi e conoscersi sul web, grazie alla creazione di veri e propri alberi genealogici virtuali; spuntano su internet, infatti, sempre più siti tramite i quali ognuno può creare la propria rete familiare a colpi di clic e senza versare un soldo. La moda nasce all’estero e da qualche mese è approdata nel Belpaese grazie a parentistretti.it “dove – spiega la country manager Sara Muraglia – le famiglie possono inserire un albero genealogico, estenderlo, elaborarlo insieme e utilizzare la piattaforma per rimanere in contatto”. Così si potrà dialogare con parenti lontani di cui non si immaginava l’esistenza o di cui si sono perse le tracce. Parentistretti.it è la costola italiana del tedesco www.verwandt.de. Quest’ultimo è nato a fine giungo e “nei primi tre mesi- racconta Muraglia - sono stati creati 4 milioni di profili”. Oltre alla versione italiana e tedesca, da quasi tre settimane sono a disposizione anche quella polacca e quella portoghese. E presto ci saranno le versioni spagnola e turca. L’obiettivo è dare la possibilità alle famiglie miste di mantenere un contatto concreto: ad esempio, coloro che hanno parenti in Polonia o in Germania potranno lavorare insieme allo stesso albero, usando due lingue diverse. Ma la società che ha lanciato e finanziato il progetto, la Business Angel della Neuhaus Partners di Amburgo, ha puntato da subito ai giovani che “a loro volta hanno invitato i nonni e i genitori a collaborare”. Ma chi c’è dietro parentistretti.it? A gestire il tutto è un team di 16 persone. Il progetto nasce da un’idea dei direttori Daniel Grotzinger e Sven Schmidt, inventori di dialo.de e getgo.de, siti tedeschi dove è possibile incontrare gente e sapere cosa si fa in città.
Il principio di parentistretti.it è molto semplice: grazie ad un servizio dal carattere intuitivo si può creare un albero genealogico della propria famiglia. I parenti inseriti possono automaticamente essere invitati per e-mail e vedere l'albero o partecipare alla sua creazione ed espansione. In questo modo viene a crearsi una rete familiare "virale". “In Italia – dice la country manager Muraglia – la famiglia è il perno della società. E il fatto che il mercato sia grande è uno dei motivi principali che rende questa offerta interessante”. Parentistretti.it è completamente gratuito e lo sarà anche per il futuro. I dati dei clienti sono trattati in modo confidenziale perché ogni albero genealogico e i profili corrispondenti sono privati, cioè sono consultabili e visibili soltanto dagli iscritti e dai parenti invitati a collaborare.
Simile a parentistretti.it è Kindo, sito nato a marzo grazie a un gruppo di trentenni italiani, polacchi, sudafricani e tedeschi che vivono a Londra. “Eravamo da poco tornati a Londra dopo aver passato le vacanze con le nostre famiglie – racconta Alberto Fantappiè, responsabile del mercato italiano - .Un giorno, davanti ad una tazza di caffè abbiamo riflettuto su quanto sia difficile mantenersi in contatto con il resto della famiglia quando si è così lontani. Una telefonata una volta a settimana va bene, ma non è sufficiente”. Piattaforme come Skype, Facebook e LinkedIn sono ottimi per sentirsi durante la giornata. Ma resta un problema: come convincere anche i meno giovani ad usare tutti i mezzi disponibili per mantenersi in contatto. Secondo Fantappiè, “il nostro sito assolve questo compito perché può diventare una scusa per insegnare ad usare Internet”. E’ con questo ambizioso obiettivo che nasce Kindo: una web company “focalizzata completamente sulla famiglia e su ciò che le famiglie vogliono”. Ma sugli investitori e sulla quantità dei soldi versati per finanziare Kindo, in questa fase di start-up, Alberto vuole mantenere uno stretto riserbo “per via di accordi presi e per non scoprire tutte le nostre carte, dato che siamo all’inizio”. Per ora il servizio offerto, superata la fase beta, resterà gratuito, ma, una volta raggiunta la massa critica di utenti, verranno offerti servizi diversi e a pagamento. Le differenze tra questi siti ed altri simili, come myheritage.com, ancestry.com e genoom.com, è che “loro sono partiti con una sola lingua, noi invece abbiamo cominciato subito in 7 diverse lingue, perché dare un servizio di questo tipo solo in inglese non ha senso”.
Viene facile l’analogia con Facebook, altra rete sociale che tiene in contatto le persone. “Sì, c’è molta somiglianza – dice Alberto – ma noi siamo una rete sociale di livello più elevato e focalizzata sulla famiglia”. In realtà, i manager di Kindo puntano ben al di là dei gruppi familiari per diventare una piattaforma che verrà utilizzata per organizzare appuntamenti ed eventi nell’ambito lavorativo.
E, a quel punto, il business cambierà pelle.

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