È facile diventare un puntino di un network, un network composto da duemila persone che fanno affari, usano i bit per i loro interessi professionali, chattano, linkano, bloggano, postano e trovano clienti, fornitori, partner commerciali, amici e colleghi nel Web 2.0. Basta registrarsi e descrivere la propria vita e le esperienze professionali in breve. Questa è la vera rivoluzione di Internet: io valgo, cresco, trovo o fornisco lavoro in base a quanti contatti ho e a quanti contatti i contatti dei miei contatti hanno. Non è uno scioglilingua ma la sintesi di realtà che si chiamano social business network: comunità sociali per fare affari in rete. L’acceleratore delle relazioni virtuali sono gli hub, spazi comunitari che consentono ai membri di incontrare persone con i loro stessi interessi, professionali e non. I network più famosi e importanti, in Italia, sono Viadeo e MilanIn, costola milanese del più noto LinkedIn, nato nel 2000 da circa 20 imprenditori statunitensi e inizialmente ristretto alla sola comunità di uomini d’affari over the top. La loro attività li ha portati nel 2003 a costruire un strumento informatico (in gergo tool) per gestire i contatti d'affari: un’iniziativa utile che ha facilitato loro la vita. “Da lì il passo ad allargare il campo di applicazione e il target di riferimento è stato veloce - racconta il country manager Italia, Andrea Falzin, ingegnere milanese di 36 anni, pioniere del social networking nel nostro Paese -. A gennaio 2006 LinkedIn ha iniziato ad avere vita autonoma rispetto al nucleo storico di imprenditori: la nascita ufficiale di Viadeo risale al marzo 2006”. Così Falzin descrive la sua “creatura”: “Viadeo vuole essere uno strumento per mantenere il proprio database di contatti online. Le connessioni che stabilisce vanno a creare dinamiche importantissime nella vita professionale: ad esempio, permettono di trovare competenze specifiche in un luogo preciso, avere un feedback sull'affidabilità di qualcuno, ma anche, più semplicemente, di chiedere un consiglio a un amico”.
Dalla nascita fino a oggi, gli investimenti destinati a Video hanno raggiunto quota 15 milioni di euro, di cui cinque sono arrivati solo ad agosto. I finanziamenti sono destinati principalmente allo sviluppo del business social network in Asia. A giugno, infatti, Viadeo ha annunciato la partnership con Tianji, il più grande social network professionale cinese: le due reti hanno insieme quasi due milioni di iscritti nel mondo. Viadeo, da solo, ne conta più di un milione.
Altra social network in crescita è MilanIn, fondato nel 2005 come costola milanese di utenti LinkedIn da ben nove persone tra le quali il suo attuale presidente, Pier Carlo Pozzati, lo stesso Andrea Falzin e il web manager Andrey Golub, un ingegnere bielorusso che ha lasciato Minsk per volare in Italia e tuffarsi nella realtà del social networking. Da subito MilanIn si è affermato come punto di riferimento per il social networking locale e ha programmato una serie di iniziative volte a creare contatti di business. Nel maggio 2006 ha lanciato l’iniziativa “Presenta Te Stesso”: un ciclo di incontri settimanali centrati sulla presentazione dell'esperienza professionale di un socio verso gli altri del Club. A maggio 2007 sono iniziate le trattative con LinkedIn per aver il riconoscimento di club ufficiale e un supporto pubblicitario sul sito americano. Ma come riescono a sopravvivere da un punto di vista economico queste iniziative? La quota di iscrizione ai club è pari a zero, ma per finanziarsi la community virtuale può contare sul business generato dalla rete. Infatti, siccome “MilanIn è un vero e serio Business Club”, allora, secondo Andrey, per ogni azienda di prestigio “diventare un "partner" di Business Club è il modo più giusto per posizionare meglio il suo brand”. Ed ecco i partner: Halldis, leader europeo nel Tech-Real-Estate, Level IP, l’hosting per il sito e tra i leader in Italia del settore, partner generale per tutte le iniziative, la scuola di Business del Politecnico di Milano (Mip) e Pacino Cafe , che è anche il posto dove fisicamente i soci si incontrano. “Non è necessario versare dei soldi”, precisa Andrey, ma ci sono anche i soci che fanno donazioni. In particolare, come per molti altri club, si ricorre all’autofinanziamento per i grossi eventi. “In questi casi – continua Andrey - facciamo revenue sharing, cioè dividiamo le entrate con il locale che ci ospita. Ad esempio, per soci un drink costa 10 euro: otto di questi vanno al locale e due al Club”.
Andrey scommette sul successo dei social network, tanto da volerne fare il suo unico impiego. Non tutti però condividono il suo entusiasmo.
Tra i bloggers c’è già chi si domanda se questi nuovi social network non siano diventati un po’ troppi. Qualcuno sostiene che ne basterebbe uno soltanto, per avere in un unico posto tutte le informazioni necessarie: il preferito è LinkedIn. A questa “provocazione”, risponde il country manager Italia di Viadeo: “LinkedIn è un social network eccellente, io stesso sono presente con quasi duemila contatti – spiega Falzin – ma ritengo che ogni network che c’è e nascerà vivrà in base al valore che saprà portare ai suoi utenti”. Falzin rivendica specificità e punti di forza della sua rete: “Noi riteniamo che in Italia nel network si debba usare anche l’italiano. Inoltre, abbiamo aperto la sede a Milano perché vogliamo entrare in contatto con il mondo reale”. D’accordo sulla necessità di non limitare le nuove community solo al virtuale anche Andrey, il web manager di MilanIn. “Noi siamo un meta network, una rete di reti, che vuole far comunicare le persone, migliorandone la vita – conclude l’ingegnere bielorusso - Per questo noi offriamo anche l’esperienza di una rete fuori dal web. Insomma, noi non siamo un semplice elenco di indirizzi mail, bensì un club, quasi una famiglia”.
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