Tutti le maledicono: sono le telefonate che gli utenti ricevono dagli operatori di telefonia o di tv a pagamento per proporre contratti e abbonamenti. Ma a Pesaro un pensionato ha detto basta. Ed è ricorso al Garante della privacy ottenendo un risarcimento di 600 euro da Fastweb. È la storia, pubblicata dal Resto del Carlino di Pesaro, di Giuseppe Di Russo. «Dal giugno 2006 - racconta l'anziano - fino ad agosto 2007, ho ricevuto da più società anche quattro telefonate in un solo giorno. A ogni telefonata ho sempre diffidato a non disturbarmi più, invitando l'interlocutore di turno a fornirmi i dati identificativi, ma a quel punto interrompevano sempre la comunicazione».
«Da giugno a dicembre 2006 - prosegue Di Russo - dopo molti tentativi per mettermi in contatto con l'ufficio legale della Fastweb, ho iniziato a mandare raccomandate alla sede legale. A febbraio è partito il ricorso al Garante». Tra aprile e maggio sono iniziate le trattative per una definizione transattiva: Di Russo aveva infatti chiesto alla Fastweb 500 euro a titolo risarcitorio per il disturbo subito. «Il 4 giugno scorso - racconta ancora il pensionato - la Fastweb mi ha trasmesso un assegno di 600 euro». Ma l'anziano ha preteso, e ottenuto, anche i 500 euro disposti dal Garante nonostante la presa d'atto che la Fastweb aveva adottato «misure idonee ad impedire ulteriori telefonate promozionali». E ora nessuno lo disturba più.
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