sabato 10 febbraio 2007

Donne tutte casa, letto e chiesa

Lo spettacolo di Marina De Juli al teatro Libero fino al 13 febbraio
Donne tutte casa, letto e chiesa
La solitudine al femminile tra ironia, riflessioni e confessioni

Quante donne sanno fingere un orgasmo? E quanti uomini se ne sono mai accorti? Lo spettacolo di Marina De Juli, “Tutta casa, letto e chiesa”, liberamente tratto dall’opera di Franca Rame scritta insieme al marito Dario Fo circa 30 anni fa, fino al 13 febbraio al teatro Libero di Milano, chiude con un esilarante “istruzioni per l’uso” rivolto a tutte le donne che vogliono fare finta di. Può succedere che non sia la serata giusta, ma quando la solita scusa del mal di testa non funziona più e il marito-compagno-l’avventura di una notte domanda con insistenza non c’è soluzione che tenga, a meno che non si voglia porre la parola fine al rapporto. Il binomio “donne e emarginazione”, spesso un enigma per il maschio, ha fatto da fil-rouge nei diversi monologhi interpretati dalla De Juli. C’è l’operaia stressata che deve alzarsi la mattina per andare a lavorare, ma prima deve sistemare il figlio e pensare al marito. Perde le chiavi, confonde lo zucchero con il bicarbonato, utilizza lo spray argento come deodorante ed esce pazza. La responsabilità della casa è tutta sulle sue spalle e la solitudine incombe. “La donna sola” è, per l’appunto, il titolo del primo monologo. Protagonista è una moglie che ha tutto all’interno della propria casa, vive secondo i canoni della tv ma non ha la cosa più importante per un rapporto di coppia: il rispetto del marito. Così un giorno conosce la dirimpettaia e un incontro casuale diventa l’occasione per confessarsi e per raccontare l’unico tradimento della sua vita, con un ragazzo maestro d’inglese, spia di un’insoddisfazione latente. Il sesso è l’argomento principe della seconda parte dello spettacolo. Se ne parla attraverso un’antica giullarata rivista da Dario Fo dal titolo “La parpaja topola”, pièce tra il comico e il grottesco che si dipana fra un’ironia sapiente e uno slancio alla riflessione. Tutto visto con gli occhi delle donne che, nonostante lo stress e la solitudine di un mondo non proprio amico delle mamme-mogli-lavoratrici, sanno ridere delle loro sventure e delle eccessive responsabilità che devono affrontare giorno dopo giorno. Il finale è affidato alla lezione di orgasmo, nel classico stile Franca Rame, tratta da “Sesso, grazie tanto per gradire”. Tutto lo spettacolo porta la firma di Marina De Juli che presenta sul palcoscenico (il primo teatro che l’ha vista protagonista in uno spettacolo, venti anni fa) una sintesi dell’eclettico modo di fare teatro della coppia Fo-Rame. Una coppia sempreverde. Che fa dell’ironia il modo sapiente per raccontare la quotidianità al femminile. Il pubblico apprezza e ride. Ma quando va via la luce, è il momento della riflessione. Perché l’obiettivo della De Juli, come diceva Moliere, è quello “di piantare chiodi nella testa degli spettatori”. Un chiodo per ogni risata. Con un pizzico di sano sarcasmo.

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