Supermarket delle religioni. Le chiese storiche come la protestante, la cattolica, l’ortodossa e l’anglicana non sono sole. Sullo scaffale delle scelte per i fedeli, nuovi movimenti si affacciano e accolgono novelli adepti. Il fenomeno è complesso. In parte dipende da alcune carenze delle vecchie religioni, in parte coinvolge il bisogno umano di costruire la propria identità nell’epoca della globalizzazione caratterizzata da frammentarietà e differenziazione, anche per la spiritualità. Nella sua visita in Brasile, il Papa ha lanciato il monito ai fedeli cattolici: il richiamo ai valori della famiglia è molto sentito e il Family Day del 12 maggio a Roma lo ha dimostrato. Ma non sembra essere sufficiente. Gli islamici sono ormai più dei cattolici e questi diminuiscono, in parte per una questione di natalità, in parte perché i fedeli sono attratti da nuovi movimenti religiosi con un comune denominatore: il richiamo alle origini. Se il fenomeno non è nuovo – i Focolarini e il Rinnovamento dello Spirito sono delle realtà molto consolidate nell’ambito della chiesa cattolica – originale e incalzante è la diffusione di nuovi ministeri nell’ambito della chiesa evangelica, come il ministero Sabaoth, nato a Milano nel 1994. “Più che di chiesa evangelica, noi preferiamo parlare di chiesa evangelicale”, commenta Fabio Ballabio del servizio per l’ecumenismo e il dialogo della diocesi milanese. La differenza è di sostanza; le “evangelical churches” nascono in America solo recentemente e quindi non possono essere assimiliate alla chiesa evangelica tradizionale fondata da Lutero nel 1550. Sono caratterizzate da un “moralismo accentuato”, dall’assenza di sfumature, dalla certezza delle risposte. “Il loro atteggiamento – afferma il pastore della chiesa valdese a Milano, Dorothee Mack – si basa su un’etica rigida. Ai fedeli dicono quello che devono fare, spesso giudicano molto e sono veloci a mettere in discussione la fede degli altri”. Il ministero Sabaoth, come i movimenti pentecostali, pongono particolare enfasi proprio sul dono dello Spirito Santo nel giorno della Pentecoste e riconoscono come fonte primaria della fede solo gli insegnamenti della Bibbia: Antico Testamento (esclusi quelli che i cattolici chiamano libri deuterocanonici e i protestanti libri apocrifi) e Nuovo Testamento. La dottrina di queste Chiese sostiene inoltre la natura missionaria della Chiesa, il sacerdozio universale e l’attesa della seconda venuta di Cristo. Il sacerdozio universale è un aspetto in comune con la chiesa valdese, nata nel lontano 1073 grazie a Pietro Valdo nel solco dei movimenti legati al pauperismo. L’essenzialità e la semplicità sembrano caratterizzare questa comunità di credenti che in tutta Italia conta circa 25mila fedeli. La semplicità è anche una qualità del pastore Dorothee Mack (studi in Germania, poi a Roma, ora a Milano con un marito e due figli). Con lei abbiamo provato a capire il fenomeno della diffusione di nuove chiese. “Ognuno – dice il Pastore – deve vivere la fede a modo suo e quindi non vedo nulla di strano nella nascita di questi nuovi movimenti”. Ma sul successo di questi movimenti la risposta è chiara. “Io credo – continua Dorothee Mack – che conti molto il rapporto stretto che si crea nelle comunità, il rapporto diretto con il Pastore e le indicazioni precise che i fedeli devono seguire, che hanno a che fare con lo stile di vita e che sono piuttosto rigide”. Regole di vita specifiche: sembra essere questo il punto di forza dei movimenti. La debolezza delle altre chiese, o la loro forza a seconda dei punti di vista, è proprio lo spazio che viene lasciato alle valutazioni personali. Il pastore Mack parla di “etica della situazione”. Ad esempio, se per la chiesa cattolica l’aborto è sempre peccato, i valdesi non condannano ma valutano il contesto: se la donna è stata violentata, l’aborto è possibile. Tolleranza zero, invece, per i pentecostali che creano leggi e ordini, ma poi si dichiarano contro gerarchie e sovrastrutture. “I movimenti come il ministero Sabaoth – racconta Ballabio – nascono fuori dalle chiese storiche e si sentono liberi. Liberi nell’organizzazione, eppure rigidamente moralizzanti”. La chiesa cattolica, però, non può ignorare il successo di queste nuove chiese. “Nel libro ‘La terza chiesa’ – continua il rappresentante della diocesi milanese – l’autore Philip Jenkins afferma che nel futuro prevede una diminuzione delle chiese storiche e un aumento dei movimenti pentecostali. Questo non può lasciare i cattolici indifferenti”. Per Ballabio il successo consiste nella capacità che hanno queste chiese di rispondere meglio alle richieste dei fedeli, rappresentate sia da aiuti concreti sia da percorsi spirituali, ovvero dalla ricerca di un contatto “caldo” con la Chiesa stessa. Nella Chiesa cattolica , invece, “non sempre si trova qualcuno che sia disposto a fare da guida spirituale, a risolvere problemi”. Di fronte a questa realtà, è venuta l’ora per i sacerdoti di “interrogarsi e smetterla di vivere fuori dal mondo. C’è bisogno di un cambio di mentalità”.“Bisognerà studiare nuove forme per il futuro – conclude Ballabio – anche perché siamo di fronte ad una diminuzione delle vocazioni”.
Perché se la fede in sé non ha nulla a che fare con il mercato, non bisogna tuttavia dimenticare che appartiene a uomini e donne diverse, che vivono quotidianità diverse, che cercano risposte e si fermano lì dove le trovano.
Generazione di adulatori. Ragazzi affamati di Dio. Il pane quotidiano si chiama Sacre Scritture. Il motto è “aprire il cuore a Gesù”. Sono gli adepti del ministero Sabaoth, un ramo della chiesa evangelica che forma “guerrieri per la battaglia della pace”, come recita il sito dell’organizzazione. Le armi sono la preghiera, le parole e le canzoni. Sul palco domenicale, allestito al teatro delle Erbe, ore 10.30, nel cuore di Milano, a Brera, una schiera di cantanti e musicisti, con bandana e magliette che sponsorizzano la Chiesa, cantano per circa un’ora, prima della predica del pastore. E tra i fedeli ci sono voci note come quella di Ornella Vanoni che nella rivista della Chiesa (“Vivo, the sabaoth magazine”) racconta: “Conosco Gesù da 6 anni e mi sono appena battezzata. Ho aspettato tanto prima di battezzarmi perché non volevo farlo con leggerezza. A luglio ho detto: ‘Sono pronta’ e da quel giorno la mia vita è cambiata perché sono cambiata io. Era questa la mia preghiera: ‘Signore cambiami, apri il mio cuore all’amore’. Il mio cuore adesso è spalancato e sono felice”. Felici sembrano esserlo tutti. Con la Bibbia in mano, piccola o grande in pelle: cento per cento religione. Canti e preghiere, amen alleluia e lacrime. Vengono giù con facilità, durante la celebrazione. All’ingresso del teatro c’è il servizio accoglienza e due banchetti: sulla sinistra si vendono gadget, magliette, cappellini, sulla destra ci sono i dvd. Sono le prediche filmate del pastore, Roselen Boerner Faccio: una trentottenne dai capelli rossi, grintosa, carisma notevole e un sorriso sornione. Con i suoi sermoni, infarciti di battute, ironia e incitamenti, Roselen conquista ogni domenica i cuori dei fedeli. Nata a Campinas, in Brasile, a 19 anni capita in Italia e “Dio le mette nel cuore di rimanere in questa nazione perché ha un’opera per lei”. Quando arriva a Milano Roselen non è sola: con lei c’è Diana Aliotti, una giovane donna che gestisce la libreria della Chiesa e che ha studiato in America. Insieme hanno deciso di fondare nel 1994 il Ministero Sabaoth che si fa conoscere e fa proseliti soprattutto attraverso internet: www.scegligesu.com è il portale con appuntamenti, presentazioni e merchandising. E’ una chiesa moderna e brandizzata: il logo rappresenta un uomo in ginocchio con una spada al fianco destro. E non a caso. “Javel Sabaoth”, le milizie del Dio degli eserciti. “Siamo un popolo di guerrieri – dicono - siamo stati chiamati a combattere contro i dominatori di questo mondo, al fine di conquistare persone e nazioni di Dio”. Nella città meneghina sono circa trecento, divisi in cellule e sottocellule: è l’organizzazione che si sono dati per le preghiere e gli incontri settimanali che si svolgono soprattutto nelle case. “Il pastore sceglie delle coppie – racconta Diana – che formano una cellula di preghiera. A loro volta queste coppie istruiscono altre persone che possono creare una nuova cellula”. Il termine dà l’idea della riproduzione, della moltiplicazione piramidale. Niente nostalgia del passato, né condanna del mondo che resta fuori le porte del teatro - sede momentanea che a fine giugno verrà rimpiazzata da una nuova, ancora da definire - anche se il desiderio di differenziarsi, di “marciare contro corrente”, diventa quasi legge nel momento in cui si decide di “donare tutta la vita a Gesù”. I battesimi ufficiali saranno a giugno, ma già alla fine del culto domenicale il pastore esorta chi è pronto a confessarsi e ad entrare ufficialmente nella chiesa. Due ragazze si avvicinano ai piedi del palco e aspettano che Roselen scenda gli scalini per la benedizione. Si abbracciano, hanno deciso e la loro scelta sarà “per sempre”. Come per le altre religioni protestanti, anche il ministero Sabaoth cerca nella Bibbia le risposte alle domande dell’uomo. Lo fa citando le lettere di Paolo, i Salmi, Samuele e il Vangelo di Giovanni. Dio. Dio c’è sempre, Dio vede in noi il faro che illumina gli altri. La missione e il punto di partenza sono identici: amare Dio e credere in Lui perché solo credendo in Lui troveremo le soluzioni ai nostri problemi. “Non abbiate paura di dimostrare il vostro amore per Gesù”: così il giovane pastore esorta i fedeli, durante la predica. E loro, di paura, non sembrano averne. Soprattutto i giovani, il punto forte di questa chiesa. Ragazzi che vanno a ballare indossando le t-shirt di “scelgo gesù”. “Ieri sera abbiamo monopolizzato la discoteca, abbiamo lanciato magliette, abbiamo preso il microfono del dj, insomma un macello”, racconta una di loro dal palco. Dal linguaggio si capisce: non sono tanto diversi dai coetanei cattolici o atei, anche se non fumano, non eccedono con l’alcool, non dicono parolacce, credono nella famiglia e sono contro l’aborto. Per quanto riguarda il matrimonio “ogni caso va valutato singolarmente – dice Diana – e, infatti, quando un matrimonio non funziona perché c’è un tradimento o c’è violenza noi non rifiutiamo la possibilità del divorzio e siamo vicini a chi decide di separarsi”. Ma niente stravizi per i fedeli. Tra loro ci sono soprattutto artisti, creativi, registi, architetti, cantanti, psichiatri, avvocati, gente economicamente niente male.