mercoledì 9 maggio 2007

Consumatori e tutele

Cosa succede se dal tuo computer prenoti una camera d’albergo in Spagna a duecento euro, ma poi arrivato sul posto te ne chiedono trecento? E se compri uno scaldaletto pensando che sia perfetto, ma poi va in fiamme la coperta? Nessun problema. Per risolvere queste disavventure ci sono i Cec. Non sono pillole magiche che fanno sparire la rabbia, ma l’acronimo di Centri europei per i consumatori. Li trovi nei 27 paesi dell’Unione Europea, sono nati per difendere i diritti dei consumatori e funzionano come l’alternative dispute resolution: una forma di conciliazione che risolve le controversie internazionali. Niente tribunali, niente attese lunghissime. Poi ci sono gli eurobarometri: servono a sondare la qualità dei servizi offerti agli utenti, ogni sei mesi, in base alle decisioni e alle strategie della Commissione europea. L’ultimo rapporto europeo sulle politiche dei consumatori 2007-2013 porta la firma della commissaria Melena Kuneva che, mercoledì 9 maggio, ha incontrato gli studenti della Iulm per discutere dell’argomento. Durante il dibattito, organizzato dalla professoressa Anna Bartolini, docente del corso “Tutela del consumatore e diritto dell’informazione”, Kuneva ha illustrato gli obiettivi e le strategie europee in questo campo. Il punto di partenza, come emerge dal documento, è armonizzare e integrare le normative dei ventisette paesi: le leggi nazionali saranno cambiate soltanto se sono meno severe rispetto a quelle internazionali. L’obiettivo è ottenere la fiducia dei consumatori e per farlo è essenziale garantire un livello elevato di protezione contro le minacce e i rischi. E un livello elevato di protezione si raggiunge soltanto se si ha la certezza di poter disporre, in caso di problemi, di efficaci rimedi legali, anche per quanto riguarda il commercio elettronico. Questo tipo di commercio possiede un grande potenziale per migliorare il benessere del consumatore, poiché mette a disposizione una più ampia gamma di prodotti, incrementa la concorrenza sul prezzo e sviluppa nuovi mercati. In particolare esso indebolisce l’effetto della pubblicità tradizionale e dei canali di vendita al dettaglio sui mercati dei consumatori. Il commercio elettronico, quindi, metterà inevitabilmente in discussione le modalità tradizionali di regolamentazione, autoregolamentazione ed attuazione. Le novità, i nuovi mezzi e le nuove opportunità per i consumatori devono comunque assicurare sicurezza sulle transazioni. Per scegliere ed acquistare con sicurezza i fruitori di beni e servizi devono disporre di informazioni accurate e di un mercato trasparente. Ma c’è un problema. Come rilevato dalle associazioni nazionali, sono pochi i consumatori che conoscono i propri diritti. Trasmissioni televisive e campagne stampa negli ultimi anni hanno svolto un compito importante ma non sufficiente. E il budget europeo consente passi limitati. La commissione presieduta da Melena Kuneva, però, continuerà a sostenere le organizzazioni nazionali, soprattutto nei nuovi stati membri, attraverso lo strumento della formazione per dare alle stesse organizzazione capacità essenziali (gestione, lobbying e legislazione dei consumatori). “La forza del movimento dei consumatori a livello nazionale – afferma il documento presentato alla Iulm – è essenziale sia per conferire energia al movimento sia per far funzionare correttamente i mercati nazionali”. L’Unione Europea saprà di essere riuscita nell’intento soltanto se “entro il 2013 potrà dimostrare a tutti i suoi cittadini che è possibile acquistare ovunque nell’Ue, dal negozio al sito web, essendo tutelati con la stessa efficacia contro i rischi costituiti da prodotti pericolosi o operatori disonesti”. Ma l’Unione europea dovrà dimostrare anche a tutti i dettaglianti e soprattutto alle imprese di poter vendere ovunque sulla base di un’unica e semplice serie di regole uguali per tutti. E dunque, in sintesi, sono quattro le priorità dell’agenda europea per i consumatori. La prima ha a che fare con il monitoraggio dei mercati e delle politiche nazionali. La seconda è relativa a una migliore regolamentazione della protezione dei consumatori, la terza con un maggior rispetto delle norme e dei ricorsi e l’ultima con una migliore informazione e una migliore educazione dei consumatori. La sfida è impegnativa e coinvolge tutte le istituzioni nazionali. E’ in prima linea sembrano esserci proprio le università.

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