lunedì 17 marzo 2008

Mi scusi se la disturbo & friends

"Mi scusi se la disturbo, le rubo solo 5 minuti per presentarle un'alternativa che, credo, non la deluderà". Quante volte abbiamo sentito frasi simili? Le usiamo per sembrare gentili, non eccessivamente sicuri del fatto nostro e per entrare con calma nel territorio altrui. E, invece, nulla di più sbagliato. Per Emanuele Sacchi, formatore da una vita, queste sono "frasi killer", ovvero "quelle proposizioni che dopo il non hanno un verbo negativo". Ho incontrato questo simpatico signore, che mi ha fatto pensare a Ennio Doris (!), durante un convegno a Varese. Dopo aver sentito il suo discorso, ho riflettuto a lungo sulla quantità di frasi che escono dalla mia bocca e che, in base alla teoria di Sacchi, provocano plausibilmente l'effetto opposto a quello voluto. "Perchè dire 'non voglio disturbarla' - riflette Sacchi - se di fatto stiamo già disturbando? La gente non percepisce quel non all'inizio di frase e quindi sì, si sente disturbata". Ergo, è bene usare affermazioni ed evitare giri di parole. Sarà anche vero, ma - mi domando - non si rischia così di fare la figura del presuntoso antipatico? E poi, quando squilla il telefono, siamo i primi ad aspettarci il solito "scusa, disturbo?". Che, se non arriva, spesso ci fa pensare dell'altra persona ogni male possibile. Chiamatele, se volete, insicurezze/rotture di balle metabolizzate.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il problema è alla fonte: vogliamo disturbare la gente, e disturbarla meglio, disturbarla di più, senza dare l'impressione di disturbare.
La lingua italiana allora deve piegarsi a questo continuo commercio, che intride ormai ogni aspetto della nostra vita.
O tempora, o mores!