domenica 9 marzo 2008

Quando il Bestiario fa andare in bestia

Qualche volta il Bestiario (la rubrica di Pansa sull'Espresso) può far andare in bestia. Se avessi la possibilità di prendere un caffè con il mitico GP, gli direi che no, non è vero che "a molti ragazzi di oggi lavorare non piace" e che sì, anche a noi i genitori hanno detto di "imparare ad arrangiarci". D'altra parte, la versione giornalistica dei mitici bamboccioni padoaschioppani non poteva che provocare questa reazione, soprattutto quando Pansa inizia a parlare della sua gavetta. Dice Pansa, raccontando la sua assunzione alla Stampa: "Anche lì non si doveva aver paura di darci dentro. I giovani facevano la lunghetta: undici ore filate, a volte 12, dalle due del pomeriggio all'una o due di notte". Ecco, caro GP, non ci siamo. Noi abbiamo lavorato nei quotidiani - senza alcun contratto - per 12 ore consecutive e pagati la metà della metà del suo stipendio torinese. Ci siamo lamentati, ma davanti al pc in redazione si marciava. E' vero che i presupposti per il boom economico sono "rimboccarsi le maniche, sempre sperando di guadagnare di più e di migliorare la propria posizione e insieme di non essere schizzinosi", ma il passo successivo quale sarebbe? Quello di sentirsi responsabili del crollo della Borsa perchè non ci facciamo bastare mille euro al mese???

1 commento:

mark ha detto...

cara miki... sottoscrivo in pieno. quel "bestiario" non ha mandato in bestia solo te... Ho trovato le parole di Pansa esagerate e fuori luogo, soprattutto perchè la sua gavetta personale (a LA STAMPA!) viene presentata a mo' di esempio di quel "rimboccarsi le maniche" che fece la fortuna del nostro Paese negli anni del boom. Va bene tutto, caro GP, ma stavolta l'hai sparata grossa...
E sui presunti giovani di oggi che non vogliono lavorare... magari quattro chiacchiere con qualcuno di loro potrebbero schiarirgli le idee...