giovedì 25 ottobre 2007

Storia dell'uomo di Grillo. Assolutamente non parlante

Casaleggio Associati, vale a dire strategie di comunicazione in rete, vale a dire un fatturato nel 2006 pari a 2,8 milioni di euro, in aumento del 94,6% rispetto al 2005. Nello stesso periodo la società ha visto più che raddoppiare (+125,8%) il suo utile netto, pari a 600mila euro. E l’incremento dei ricavi è dovuto sostanzialmente all’aumento delle prestazioni professionali legate alle strategie di rete per il marketing e alla vendita e alla distribuzione on line degli spettacoli, tanto per fare un nome, di Beppe Grillo in formato libro e dvd. Il capo di tutto questo è chiamato “l’uomo della conversione”. Il suo nome è Gianroberto Casaleggio. Ha convertito il protagonista assoluto del “vaffa-day”, che qualche anno fa sul palco di un suo spettacolo aveva distrutto un computer, alle nuove tecnologie. Ha sparso nel mondo il verbo del “V-day” convincendo migliaia e migliaia di persone a partecipare in una bella domenica di settembre, che tutto invitava a fare tranne che scendere in piazza a manifestare contro i politici. Ma soprattutto Gianroberto Casaleggio presiede la Casaleggio Associati. Fondata il 22 gennaio 2004 a Milano con l’obiettivo “di sviluppare in Italia una cultura della Rete attraverso studi originali, consulenza strategica, libri, seminari e con la creazione di gruppi di pensiero”, la Casaleggio aiuta le aziende a sviluppare e incrementare il proprio business online.
Gianroberto, però, inizia la sua carriera alla Olivetti sposando la filosofia manageriale del fondatore della fabbrica di Ivrea, Adriano: «L'azienda basata sul valore dell'uomo». E infatti alla Webegg, società di cui è stato amministratore delegato dopo l’esperienza in Olivetti, la protezione dei dipendenti era totale: dai corsi di formazione all'assistenza legale, psicologica, alimentare, ai prestiti di denaro. Autore di libri come «Il web è morto, viva il web», assieme al fratello Davide e a Mario Bucchich (anche loro soci della Casaleggio associati, insieme a Davide Federico, Luca Eleuteri ed Enrico Sassoon), Gianroberto Casaleggio è diventato, infine, il consigliere numero uno di Beppe Grillo nelle strategie di comunicazione. C’è, però, un altro nome noto tra i suoi clienti: Antonio Di Pietro. Ma se il Ministro delle Infrastrutture e il comico genovese non si negano ai microfoni, lui, Gianroberto, di interviste ne concede poche. E, da un po’ di tempo, ha deciso, insieme ai soci, di non concederne affatto. Le loro riflessioni sui media tradizionali sono infatti sfociate in una silenzio stampa totale. Sia il responsabile delle relazioni con i media della Casaleggio Associati Mario Bucchich sia l’associato Enrico Sassoon, nonostante i suoi 26 anni di servizio al Sole24ore, declinano cortesemente, ringraziando per l’opportunità che gli è stata offerta, qualsiasi domanda venga loro posta dai giornalisti.
“Se vuoi entrare in questo mondo, devi giocare con le sue regole. Non ci sono filtri”, commenta Marco Zamperini, uno dei guru del Web 2.0, a capo della divisione tecnologia della Etnoteam, azienda con 3.000 dipendenti che si occupa di consulenza strategica per le aziende. “Chiudersi ai media potrebbe rivelarsi un boomerang e trasformare strategie vincenti in tattiche di medio periodo”.
Come mai la Casaleggio ha puntato molto sul blog di Beppe Grillo? La risposta è in un commento di Gianroberto al volume “The social logic of politics” del politologo Alan Zuckerman, in cui il manager italiano sostiene che le persone sono influenzate nelle scelte politiche in modo significativo dalle comunità di riferimento, dagli amici e dalla famiglia. E grandi comunità di riferimento oggi possono essere proprio i blog e tutto ciò che si muove intorno a queste piattaforme. Ma se Grillo, allora, fosse amico di tutti, e se il suo blog, come è già successo, diventasse il punto di riferimento di migliaia di persone, allora è plausibile pensare che “l’uomo dell’antipolitica” diventerà l’uomo della politica nel web 2.0?

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