giovedì 4 ottobre 2007

Storie di nicchia: quando la tv la fa la gente

Current.tv, la scommessa di Al Gore
Al Gore sbarca in Italia: lo farà attraverso “Current tv”, la televisione digitale trasmessa sia sul web, che sul satellite e via cavo. La data non è certa, secondo alcune fonti non ufficiali si parla addirittura di fine ottobre. Nata nel 2005 negli Stati Uniti, lo scorso marzo è arrivata anche in Inghilterra e Irlanda. Current tv è pensata per i giovani dai 18 ai 34 anni che sono utenti ma lo stesso tempo potenziali produttori: è il concetto del VC2 (Viewer-created content), ovvero della televisione collaborativa.
L’idea di fondo è quella di permettere a tutti di diventare non solo registi ma anche creatori del proprio palinsesto, come una vera tv personale. Lo scopo del sito è quello di dare spazio alla gente e democratizzare l’accesso alle informazioni. I videomaker possono caricare propri filmati sul sito e gli internauti registrati votano i migliori video che così possono poi finire sul piccolo schermo: in questo momento, per esempio, il video più votato è “Thorn in your side” di Dean Hamer, che parla della libertà sessuale dei trans. Su Current Tv si possono vedere inchieste, documentari, storie e il tutto è concentrato in video della durata minima di tre minuti e massima di otto. In poche parole, invece di dare vita a un palinsesto da 30 o 60 minuti, Current si propone di trasmettere segmenti dai tre ai dieci minuti, nel tentativo di mantenere l’attenzione di un pubblico multitask abituato a passare da un canale all’altro. I clip sono mischiati nel corso della giornata come accade per le canzoni in una stazione radiofonica. Alcuni saranno minidocumentari, prodotti dallo staff di Current o da esterni; altri saranno più orientati ai servizi di costume, affrontando argomenti come la spiritualità e i rapporti interpersonali. Se i video prodotti dagli utenti vengono scelti per essere trasmessi in tv sono pagati. Alla base di tutto c’è comunque una redazione che seleziona i video in base ad un codice etico denominato “current journalism”, per evitare che siano messi on line contenuti osceni o simili. Secondo alcuni però questo controllo del broadcasting sarebbe in contraddizione con l’idea di democratizzazione della televisione come auspicato dallo stesso Al Gore, perché i materiali vengono comunque “filtrati” da una redazione e – quindi – da un editore.
La produzione di servizi video viene incentivata con un'offerta fino a $1,000 a servizio, dipende da quante volte sono trasmessi in televisione. Gli utenti possono mandare anche spot pubblicitari che prima girano su current tv e vengono pagati dalla televisione, ma se piacciono alle aziende e ai pubblicitari possono essere acquistati da questi ultimi per essere mandati sulle reti satellitari e su quelle via cavo nazionali: in tal caso il guadagno può arrivare fino a 50mila dollari. E’ lo stesso sistema che sta alla base di zoppa.com e shycast.com.
All’interno di Current Tv trovano spazio anche due motori di ricerca: Google Current, che occupa qualche minuto ogni mezz’ora per raccontare cosa gli utenti stanno cercando sul motore di ricerca e Yahoo Current.
Qual è il progetto economico che sostiene Current tv? La partecipazione attiva degli utenti permette di realizzare una stazione tv con costi molto contenuti: personale ridotto all’osso e facilità di acquisto dei servizi. Inoltre la fascia di età a cui si rivolge (18- 35) è la più appetibile per gli inserzionisti pubblicitari: se il progetto di Current tv continuerà a crescere sarà proprio il valore degli spazi pubblicitari la principale fonte di guadagno per la televisione.

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